“L’avanzamento del Coronavirus in Europa sta procedendo a un ritmo allarmante. Nulla è come prima, il virus si diffonde giorno dopo giorno e l’Europa deve fare la sua parte con determinazione e coraggio, lanciando il cuore oltre l’ostacolo. Vogliamo prendere un’iniziativa nel merito e chiediamo all’Unione Europea, che ha il dovere politico e morale di stabilire una risposta rapida e coordinata tra tutti i Paesi, di mettere sul tavolo una serie di misure straordinarie per salvaguardare la salute dei cittadini e per limitare l’impatto economico e sociale dell’epidemia“. Così gli europarlamentari del PD a Bruxelles, tra cui i rappresentanti campani Giosi Ferrandino, Franco Roberti e Andrea Cozzolino.
Vista la gravità della situazione, che non ha precedenti, il Governo italiano è stato costretto ad adottare misure drastiche, chiedendo ai suoi cittadini la massima collaborazione per contenere il diffondersi del virus, anche a costo di rallentare l’economia e modificare radicalmente la vita quotidiana. “Non è ammissibile alcuna sottovalutazione della gravità del momento da parte di tutti gli Stati Membri, tanto più quando l’OMS dichiara che lo stato di pandemia sta diventando reale – affermano – . L’UE deve comunicare ai suoi cittadini l’assoluta necessità del rispetto delle misure che ciascuno Stato Membro metterà in atto seguendo le indicazioni della comunità scientifica, anche qualora dovessero essere radicali. In mancanza di azioni specifiche degli Stati Membri, però, spetterà però alla Commissione europea intervenire per garantire la messa in opera di misure adeguate da parte di tutti“.
Gli Eurodeputati del Partito Democratico si fanno promotori di alcune proposte e intendono metterle a disposizione degli europarlamentari di tutte le forze politiche, sperando possano condividerle e difenderle tutti insieme in ogni sede politica ed istituzionale. Tra queste figurano l’adozione urgente di una raccomandazione del Consiglio che individui linee
di intervento e strategie comuni e uniformi per la prevenzione e la gestione del fenomeno, azioni preventive adeguate e immediate, che considerino quanto appreso dalla dinamica di diffusione del virus in Italia, la costruzione di una centrale d’acquisto europea per reperire e smistare i materiali necessari alla prevenzione e alle cure ed evitare così una dannosa concorrenza e la creazione di un Consorzio Europeo di Ricerca sul vaccino COVID-19 che coinvolga i migliori centri di ricerca degli Stati membri, il Joint Research Center, esperti, imprese e start up nel campo delle biotecnologie farmaceutiche.
Ma vengono chiesti anche interventi economici, tra cui azioni decise di Commissione Europea, di Banca Europea degli Investimenti e di Stati Membri a sostegno dei lavoratori, dipendenti ed autonomi, del commercio e delle piccole e medie imprese, con particolare attenzione a lavoratori precari e atipici, un pacchetto di misure capaci di massimizzare l’impiego degli spazi fiscali attualmente disponibili nei bilanci di ciascun Paese e un intervento straordinario a livello europeo, con il coinvolgimento determinante della Banca Centrale Europea, per limitare gli impatti negativi di questa epidemia sui mercati monetari e finanziari fornendo tutta la liquidità necessaria all’economia reale, facilitando l’accesso al credito di famiglie e imprese con l’allineamento delle pratiche di vigilanza ai provvedimenti straordinari decisi dalle istituzioni comunitarie. Oltre all’emissione di Eurobond per promuovere e garantire un flusso d’investimenti necessario per la ripresa economica nel lungo termine.
Vanno inoltre tutelate le categorie più fragili in tutti i Paesi Membri con un Piano di risorse straordinario rivolto in particolare alle fasce più a rischio, messe a disposizione risorse adeguate, dal bilancio europeo, per integrare le misure di competenza nazionale, in particolare per l’housing, l’assistenza domiciliare e l’inserimento lavorativo, creata l’indennità europea di disoccupazione come stabilizzatore macroeconomico per permettere all’Unione di affrontare crisi con significativi impatti sui livelli occupazionali, come quelle del Covid-19, che i singoli Stati non riescono ad affrontare da soli, e uno strumento finanziario specifico per le emergenze sanitarie. Va poi difesa l’integrità del mercato unico, vietando qualsiasi misura non giustificata scientificamente che restringa la libera circolazione dei beni, garantiti controlli rigorosi, in tutta l’area Schengen, impedendo categoricamente agli Stati Membri di prendere decisioni unilaterali e dannose per lo spazio di libera circolazione delle merci.
– Chiara Di Miele –