Concussione e truffa in concorso e falso ideologico. Sono queste le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Potenza, a vario titolo, nei confronti di cinque persone destinatarie di misure cautelari, tra cui un dottore forestale di Satriano di Lucania. La vicenda riguarda un’indagine affidata al Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale dei Carabinieri, che ha portato a scoprire una serie di condotte illecite da parte di Domenico Fasanella (Carabiniere Forestale in servizio a Pietrapertosa, sottoposto agli arresti domiciliari), Giacomo Pantone (imprenditore agricolo, sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nel Potentino e divieto di esercitare attività, oltre al sequestro equivalente di 37mila euro), Antonio Satriano (dottore forestale di Satriano di Lucania, sottoposto alla misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare la propria professione), Egidio Mallia (funzionario dell’Ente Parco di Gallipoli Cognato, agli arresti domiciliari) e Marco Delorenzo (Direttore dell’Ente Parco, sottoposto al divieto di dimora nel Materano e sospensione del ruolo ricoperto).
Secondo le indagini, al professionista di Satriano di Lucania viene contestato, in concorso con gli altri quattro indagati, di aver indotto in errore l’Agea con sede a Roma, per il conseguimento di un finanziamento di 70mila euro, nell’ambito di una misura europea denominata “Incentivi per la costituzione di nuove aziende da parte di giovani agricoltori”. In particolare, a Satriano viene contestato il reato di truffa in concorso, per aver allegato, nella presentazione della documentazione, un documento dove veniva falsamente attestata l’esecuzione di lavori di dissodamento iniziati il 12 aprile 2019 e conclusi il 30 gennaio 2020. In realtà, secondo le indagini, i lavori erano stati eseguiti prima del 21 aprile 2017.
Le indagini, iniziate lo scorso anno, sono state avviate grazie alla denuncia presentata da un operatore commerciale e sono state portate avanti con l’escussione di persone informate sui fatti, l’acquisizione della documentazione e i servizi di osservazione da parte dei Carabinieri Forestali.
Inoltre hanno portato alla luce alcuni comportamenti di un carabiniere, Fasanella, che secondo gli inquirenti costringeva il gestore di un agriturismo a dargli denaro ed altre utilità per evitare controlli e non rischiare di non ricevere autorizzazioni. In particolare, la Procura ha ricostruito quattro accaduti: la consegna di 500 euro e in tre casi il rifornimento di gasolio all’auto privata del carabiniere, oltre alla consegna di carne pagata a prezzo inferiore rispetto a quello reale.
– Claudio Buono –