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Comunità Montana Vallo di Diano. Presentato RASTA, il progetto che fa conoscere la storia che non si vede

Ornella Bonomo 28 Aprile 2025

È stato presentato oggi a Padula, nella sede della Comunità Montana Vallo di Diano, il progetto RASTA “Realtà Aumentata e Story-Telling Automatizzato per la valorizzazione di Beni Culturali ed Itinerari” che vede l’Ente come partner. Il progetto mira a valorizzare il patrimonio cultuale attraverso la tecnologia che consente una fruizione immersiva. Il team di ricerca ha analizzato diversi casi studio in Campania e come simbolo del Vallo di Diano ha scelto il Battistero di San Giovanni in Fonte.

La giornata è iniziata con i saluti della sindaca di Padula Michela Cimino, anche assessore della Comunità Montana Vallo di Diano, per poi passare agli interventi del Presidente Vittorio Esposito e dell’assessore al Turismo Antonio Pagliarulo.

“Riteniamo che in un futuro prossimo il turismo si sposterà nel Cilento e Vallo di Diano composto da 15 comuni con eccellenze importanti: dalle Grotte di Pertosa-Auletta al Monte Cervati a Sanza. Il progetto RASTA darà forza alla nostra visione. Il nostro impegno è teso a valorizzare il Vallo di Diano anche attraverso questa strategia rivoluzionaria – ha commentato Esposito – Stiamo lavorando su tre grandi progetti, uno a nord, uno al centro, uno a sud del Vallo di Diano. Andremo, ad esempio, a riqualificare il Centro Sportivo Meridionale di San Rufo, gli orti di Sala Consilina di cui racconteremo la storia millenaria e la Cerreta di Montesano. Siamo area interna ma nessun’altra zona ha le nostre potenzialità. Stiamo facendo passi avanti anche dal punto di vista sanitario con le case e le botteghe di comunità. Stiamo cambiando lo storytelling di questo territorio“.

Per l’assessore Pagliarulo “questo progetto è il gemello digitale della realtà. Consente di fruire della bellezza appieno, addirittura senza sportarsi. Nel Vallo di Diano abbiamo sviluppato anche il Distretto del Commercio, stiamo lavorando duro per implementare tutte le idee sul tavolo”.

Perché il Vallo di Diano come territorio pilota? “Abbiamo scelto di raccontare l’intero territorio attraverso un sito rappresentativo con una tecnologia in grado di emozionare il visitatore. Il Vallo di Diano è un territorio di frontiera di antico popolamento, dal Neolitico all’era contemporanea – ha spiegato la professoressa Rosanna Alaggio dell’Università del Molise – Dopo un’attenta catalogazione dei siti culturali valdianesi abbiamo analizzato quanto ha fatto sinora la Strategia delle Aree interne”.

L’idea di RASTA è nata nel 2017 come risposta ad un importante bando del Ministero della Cultura, ma soltanto nel 2021 ha ricevuto la comunicazione di avvenuto finanziamento. Più volte nel corso dell’incontro è stato ribadito che il fine è di fruire della bellezza senza sportarsi e allo stesso tempo far diventare destinazioni alcuni siti culturali ancora sconosciuti ai più. Inoltre, la realtà aumentata consentirà una immersione nel luogo che si va a visitare: si potranno incontrare i personaggi storici che hanno davvero vissuto quel posto.

Nel corso dell’incontro è intervenuta Rosanna Romano, Dirigente per le Politiche culturali e Turismo, in collegamento dalla Regione Campania: “Mi fa piacere si sia scelta la strategia digitale per una migliore fruizione del patrimonio culturale. Credo che sia interessante poter accompagnare il visitatore nella progettazione del viaggio offrendo così una nuova narrazione del Vallo di Diano che può essere inserita nell’Ecosistema digitale della Regione. Auspico quanto prima un incontro tecnico per mettere in sinergia i risultati“.

Il ruolo della Comunità Montana è stato ribadito da Beniamino Di Martino, Direttore scientifico del progetto e professore universitario dell’Università Vanvitelli: “La Comunità Montana è l’unico ente che fa parte del progetto che è arrivato 6° su 100 partecipanti. Il costo complessivo è di 4 milioni di euro. La nostra ricerca è interdisciplinare, ha coinvolto infatti umanisti e tecnologi. Realtà aumentata e virtuale servono per una visita immersiva che fa conoscere la storia che non si vede. Una narrazione coinvolgente anche grazie agli avatar, al videomapping, al geoposizionamento. Abbiamo inoltre sviluppato la possibilità di organizzare un viaggio seguendo la profilazione esatta dell’utente, dunque in base alle sue preferenze ed esigenze. Insistiamo sulla realtà aumentata, sui dialoghi con i personaggi storici andando sul posto. È un po’ come la macchina del tempo”.

Il progetto ha potuto contare su una stretta collaborazione fra istituti di ricerca, università, imprese e associazioni, tra cui l’Università della Campania (capofila), del Molise, di Bari, di Perugia, l’Università Milano-Bicocca e UniSalento.

 

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