Il Movimento 5 Stelle annuncia un nuovo esposto alla Procura di Potenza per quanto concerne l’attività del Centro Oli Val d’Agri dell’Eni a Viggiano. Lo rendono noto l’europarlamentare Piernicola Pedicini e i consiglieri regionali Giovanni Perrino e Gianni Leggieri che a maggio scorso, nelle settimane seguenti alla scoperta dello sversamento di greggio dal Centro, avevano presentato presso la Procura potentina un esposto con contestuale denuncia querela. Il nuovo esposto, secondo il M5S, si è reso necessario “a seguito dell’attività ispettiva e di controllo svolta in questi mesi, finalizzata anche alla verifica del corretto adempimento delle prescrizioni da parte dell’Eni contenute nella delibera della Giunta regionale n. 733/2017, che ha autorizzato la riapertura del Cova a luglio scorso“.
Perrino, Leggieri e Pedicini ricordano che “intanto, altri fatti sono accaduti negli ultimi giorni. Come previsto, l’Eni ha innescato una disputa accademica finalizzata a cercare di depotenziare e ‘smontare’ l’attendibilità dei risultati (agghiaccianti in termini di incremento di mortalità e morbosità) della valutazione d’impatto sanitario (Vis) condotta sulle popolazioni di Viggiano e Grumento Nova dal team guidato dal professor Fabrizio Bianchi. L’Eni ha deciso di giocare la carta della ‘delegittimazione’ della Vis varando una massiccia campagna di propaganda prenatalizia guidata dal professor Tarsitano, docente de ‘La Sapienza’ di Roma: il cane a sei zampe, attraverso alcuni quotidiani locali, ci fa sapere che in Val D’Agri ‘si respira aria di campagna’. Nonostante il tuttappostismo spinto e l’aria di campagna al sentor di idrogeno solforato, è davvero difficile per noi sposare tanto ottimismo. La realtà sembra essere tutt’altro che rosea e profumata: nei pozzetti Asi dell’area industriale di Viggiano continuano ad apparire sostanze misteriose che, per il momento, vengono classificate come ‘oleose’. L’ottimismo agreste della compagnia petrolifera appare rasentare la fantascienza. O, meglio, l’incoscienza?”.
I tre sottolineano che “gli amministratori di Viggiano sono dovuti correre a constatare l’ennesima emergenza. Al centro dell’attenzione ancora quei pozzetti che inevitabilmente si ricollegano ai serbatoi colabrodo del Centro oli, protagonisti dello sversamento di ingenti quantitativi di petrolio, nota vicenda che ha caratterizzato l’annus horribilis 2017 del Cova di Viggiano. Non sembra poter esserci pace per una valle martoriata dall’inquinamento, dalla propaganda e da vane promesse di sviluppo. Solo ottenere giustizia restituirebbe credibilità alle istituzioni, rispetto della inviolabile dignità del popolo e del territorio della Val d’Agri”.
– Chiara Di Miele –
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