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Case a luci rosse itineranti, scovato un appartamento per incontri a Salerno. 6 indagati

Ornella Bonomo 22 Febbraio 2023

Tra le case a luci rosse “itineranti” oggetto di un’operazione condotta dai Carabinieri di Napoli e Telese Terme compare un appartamento a Salerno. I ritrovi per gli incontri hot non erano fissi, ma venivano aperti e gestiti in vari luoghi, per poi essere chiusi seguendo anche il flusso delle richieste, ma sempre pubblicizzati sul web come le ragazze che di volta in volta venivano inviate dalle maitresse per lavorare.

È lo scenario di una indagine della Procura di Benevento che ha portato a una misura cautelare emessa dal Gip sannita ed eseguita dai Carabinieri nei confronti di 6 indagati, 2 ora in carcere e 4 ai domiciliari. Destinatari del provvedimento due sorelle di nazionalità cinese residenti a Napoli, una coppia residente nella Valle Telesina e altre due persone asiatiche, anche loro residenti nel capoluogo partenopeo.

A loro vengono contestati a vario titolo reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, alla coltivazione di marijuana, al furto, alla ricettazione, alla sostituzione di persona, al favoreggiamento della permanenza illegale nel territorio dello Stato, alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e anche l’indebita percezione del reddito di cittadinanza.

L’inchiesta è nata a settembre 2020 e si è conclusa a maggio di un anno dopo; si è avvalsa anche di intercettazioni telefoniche e ambientali e acquisizione delle immagini da sistemi di videosorveglianza. L’attività di sfruttamento della prostituzione messa in piedi dalle due sorelle era pubblicizzata in siti internet di annunci a sfondo sessuale. Le due decidevano il luogo dove aprire le case di appuntamento, organizzavano lo spostamento delle donne che si prostituivano, trattenendo i loro documenti.

Una sorta di call center era nel quartiere Vasto di Napoli e gli appartamenti per gli incontri sparsi nelle province di Benevento, Avellino, Salerno, Sassari e Cosenza.

I clienti erano indirizzati nelle sedi a loro più vicine, concordando telefonicamente il tipo e il costo della prestazione. Durante le indagini è stato sequestrato una sorta di libro mastro da cui risultavano profitti per l’associazione, riferiti a periodi relativamente brevi, di diverse centinaia di migliaia di euro.

 

 

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