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Blitz nel Centro di Permanenza Immigrati a Milano. Società di Pontecagnano accusata di frode e turbativa d’asta

Chiara Di Miele 1 Dicembre 2023

E’ di Pontecagnano la società che questa mattina si è vista contestare le ipotesi di reato di frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta dopo che i Finanzieri del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito un’ispezione presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Milano.

Sono state eseguite anche perquisizioni e acquisizioni di documentazione. Le ipotesi investigative al vaglio degli inquirenti riguardano episodi di frodi nelle pubbliche forniture e la turbata libertà degli incanti realizzate dalla società. Sono state notificate le informazioni di garanzia all’amministratore di fatto e alla rappresentante legale.

Le Fiamme Gialle e la Procura di Milano indagano anche per le responsabilità personali in ordine ai suddetti reati, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dal management della società a vantaggio di quest’ultima.

Come si legge nel decreto di perquisizione l’ipotesi della Procura è che sia stata commessa frode “ponendo in essere espedienti maliziosi e ingannevoli, idonei a fare apparire l’esecuzione del contratto di appalto conforme agli obblighi assunti e in particolare simulavano la presenza presso il Cpr di servizi pattuiti in sede contrattuale con la Prefettura di Milano, servizi in realtà mai prestati o comunque prestati in maniera largamente insufficiente“.

Il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo con eventuale sentenza irrevocabile di condanna.

La società di Pontecagnano lo scorso anno si è aggiudicata l’appalto da 4,4 milioni di euro per un anno di gestione dei 72 posti del Centro. Le strutture sono sotto la responsabilità del Ministero dell’Interno, ma con gestione logistica quotidiana affidata a privati vincitori di gare d’appalto. Qui gli stranieri sprovvisti di un regolare documento di soggiorno o già destinatari di un provvedimento di espulsione, su disposizione del Questore, possono essere trattenuti in via amministrativa pur senza aver commesso reati ma per il tempo strettamente necessario (massimo 6 mesi) ad eseguire l’espulsione.

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