“C’è ancora bisogno di Parchi?“. E’ l’interrogativo posto al “Forum sui Parchi – aree protette, green community e bioeconomia in Campania”, durante il quale Legambiente Campania ha lanciato l’allarme sul rischio della perdita della biodiversità con un documento in 10 punti da sottoporre al governo campano per il cambiamento delle aree protette regionali e l’innovazione sostanziale dei Parchi.
“Cosa significa perdere la biodiversità? E’ un allarme fondamentale – spiega Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette Legambiente – La conservazione delle diversità bio racconta di un clima che sta condizionando gli habitat, con specie che si adattano ed altre che scompaiono. I Parchi nella conservazione hanno avuto un ruolo determinante, attori protagonisti della salvaguardia, necessitano però di innovazione e miglioramento, realizzando la connessione con i luoghi e le comunità. È necessaria una riflessione corale. Il testo della Regione che intende accorpare i Parchi regionali in un unico grande Parco è fuori da ogni logica”.
Sulla percezione dei parchi e sulla diffusione della consapevolezza nei cittadini insiste il presidente di Legambiente Campania, Mariateresa Imparato: “Prima i Parchi era uno scrigno chiuso, oggi sono fruibili. Partecipano alla lotta alle emergenze mondiali e ai cambiamenti climatici. C’è bisogno di sostenerli per la manutenzione. Occorre tracciare nuove strade. Il 7% del Pil mondiale fa riferimento alla biodiversità: dobbiamo fare occupazione attraverso la protezione dei territori”.
Presenti tutti i presidenti dei Parchi: Antonio Briscione, presidente della Riserve Naturali “Foce Sele – Tanagro”, Gregorio Romano, direttore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni , Giovanni Sabatino, presidente della riserva naturale Foce Volturno – Costa di Licola, il Capitano Alberto Mandrillo della Capitaneria di Porto di Salerno, Fabio Guerriero, presidente del Parco dei Monti Picentini, Pasquale Raia, responsabile regionale aree protette, Francesco Iovino, presidente del Parco regionale del Partenio, Antonio Crescenzo, presidente del Parco del Fiume Sarno e Luigi Maria Verrengia, presidente parco Roccamonfina – Foce Garigliano.
“La rete dei Parchi e della aree protette è nata dalla duplice necessità di arrestare i vasti processi di degradazione in atto e partire dall’uso sostenibile del territorio, dalla risorse più preziose quali biodiversità, acqua, suolo – si legge nel documento di Legambiente – Riportare quindi le aree protette della Campania dall’oblio alla rinascita. Perché negli ultimi anni la riduzione dei finanziamenti pubblici, la precarizzazione della governance e l’uso disinvolto dei commissariamenti hanno messo a rischio lo stesso funzionamento ordinario delle aree protette regionali. Più volte disattesi gli adempimenti fissati dalle direttive comunitarie per il completamento della Rete Natura 2000, danneggiando il sistema delle aree protette anziché sostenerlo con azioni coerenti per la tutela della biodiversità“.
– Chiara Di Miele –