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Attentato a New York. La testimonianza della teggianese Michelle Vertucci: “Ho visto a terra i morti”

redazione 1 Novembre 2017
Michelle Vertucci

New York torna a vivere nella paura del terrorismo e proprio in occasione di Halloween si ripropone uno dei suoi peggiori incubi.

A poca distanza dal World Trade Center un 29enne uzbeko a bordo di un furgone bianco ha seminato morte, togliendo la vita a 8 persone e ferendone gravemente 12.

“Una scena orribile sotto i miei occhi. Vivo e lavoro a Manhattan da due mesi come tutor d’Italiano e dalla finestra dell’Università dove lavoro ho visto due corpi a terra e quattro biciclette distrutte, non capivamo se era uno scherzo di Halloween o una sparatoria” ha dichiarato la giovane Michelle Vertucci di Teggiano, in visita nella Grande Mela che dalla finestra del college dove è ospite, a Borough of Manhattan Community, ha vissuto insieme ai newyorkesi attimi di terrore.

 “Ho visto a terra i morti“ ha proseguito Michelle che poco dopo è scesa in strada per capire meglio cosa stava avvenendo.

Intanto l’FBI ha avviato le indagini seguendo la pista del terrorismo, l’uomo è stato fermato mentre gridava “Allah Akhbar“.

Tiziana Rinaldi – Nicola Trombetta

Non ci sarebbe nessun campano coinvolto, stando alle prime indiscrezioni, nell’attentato. “Dalle notizie in nostro possesso – riferisce il Presidente della Federazione delle associazioni campane negli USA Nicola Trombetta – non ci sarebbe nessun cittadino originario della Campania coinvolto in questa strage. Pertanto, anche tramite Ondanews, vorremmo rassicurare le famiglie sulla condizione di noi campani residenti a New York”.

“Ero appena rientrata da Washington – ci comunica la scrittrice americana, originaria di Sala Consilina, Tiziana Rinaldi Castro Acamantis – Io abito poco distante da Soho ed il luogo che è stato teatro della strage di ieri pomeriggio mi è molto caro e familiare, dove mi reco molto spesso, essendo il cuore della Grande Mela. Noi stiamo bene, ma queste sono le follie che ti fanno rabbrividire in una città come questa”.

– Tania Tamburro – 

 


 

 

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