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Al via il processo per i dischetti sversati dal depuratore di Capaccio. La soddisfazione del Codacons

Chiara Di Miele 16 Dicembre 2020

Migliaia di dischetti di materiale plastico si riversarono in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi nei pressi dell’isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio. Il lavoro delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera accertò, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume una forte concentrazione di questi filtri.

Dopo quasi tre anni dall’evento, il Codacons è stato ammesso parte civile dal GUP Pellegrino del Tribunale di Salerno nel processo partito a carico dei responsabili nonché dei direttori tecnici e dei lavori dell’impianto di depurazione situato a Capaccio e gestito dalla società a.s Paistom.

“Ricordate i milioni di pezzi finiti in mare nei primi mesi del 2018? – chiede l’avvocato Marchetti che si è costituito per il Codacons – Dischetti di plastica che si sono riversati sulle spiagge del Mar Tirreno da Capaccio (luogo di partenza) fino alla Sardegna, Corsica e Ville France sur la Mere (Nizza) determinando una compromissione e un deterioramento di acqua, terra, compromettendo lo stato ambientale di innumerevoli parchi marini. Pezzi di plastica che sono stati ingeriti dagli animali, addirittura, con conseguenze letali. I fatti sono stati considerati talmente gravi dal PM che nel corso dell’udienza ha chiesto ed ottenuto la modifica del capo di imputazione da inquinamento ambientale a disastro ambientale ai sensi dell’art. 452 quater c.p..”

“L’ammissione come parte civile a questo processo ove tutti gli imputati sono stati rinviati a giudizio, sugella ancora una volta il grande lavoro svolto dal Codacons Campania nel contrastare i reati ambientali anche attraverso denunce, azione collettive, partecipazioni a processi ed altro – continua Marchetti -. Non si può negare che il lavoro del Codacons in questi anni, seppur con tutte le difficoltà specifiche della lotta agli autori dei reati ambientali, ha contribuito a creare una nuova consapevolezza per la salvaguardia del proprio territorio. A tal proposito non ci resta che constatare l’assenza delle parti civili Comune di Capaccio-Paestum e dell’Ente Parco del Cilento, che ad ogni modo sono ancora in tempo perché il processo dinanzi al collegio si aprirà a metà febbraio; senza ombra di dubbio lanciamo un appello sin da ora alla loro costituzione di parte civile”.

– Chiara Di Miele –


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