Continua con successo al Centro Analisi Biochimica del dottor Virginio Albanese la campagna di prevenzione “La Linea giusta è prevenire”.
Per questo mese di settembre, presso le sedi di Padula, Atena Lucana ed Olevano sul Tusciano è possibile effettuare uno screening sulle malattie renali con un controllo dell’azotemia, creatinina, filtrato glomerulare e l’esame chimico fisico delle urine. A parlarne è la dottoressa Roberta Rubino, biologa nutrizionista.
“I reni sono considerati i depuratori del corpo umano, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio idroelettrico e all’escrezione di sostanze estranee all’interno dell’organismo. In presenza di malattia ai reni tale equilibrio è compromesso, generando danni che se non curati in tempo diventano irreversibili. Per prima cosa – spiega – è fondamentale effettuare test di screening di parametri quali azotemia, creatinina, esame urine, filtrato glomerulare, e successivamente intervenire, in caso di alterazioni, con un trattamento mirato per prevenire o ritardare sia una condizione di insufficienza renale acuta o cronica, sia la comparsa di ipertensione e/o diabete a cui spesso la malattia renale è associata”.
Un ruolo fondamentale nell’alleviare il lavoro dei reni già compromessi è svolto dalla dieta che costituisce, dunque, la prima forma di prevenzione.
Gli obiettivi della dieta sono:
- rallentare la progressione della malattia renale
- prevenire e controllare le alterazioni metaboliche
- mantenere o raggiungere un buono stato di salute, evitando la malnutrizione.
L’alimentazione consigliata, come spiega la dottoressa Rubino, deve contenere un basso apporto di proteine, sodio, fosforo e potassio.
- Proteine
A seconda dello stadio della malattia verrà scelto un programma nutrizionale differente: dieta ipoproteica classica (0,6-0,8 gr/kg/die); dieta fortemente ipoproteica supplementata (0,3 gr/kg/die + miscela di idrossiacidi e chetoacidi); dieta vegetariana con proteine complementari (0,7 gr/kg/die solo da prodotti vegetali)
- Fosforo
Elevati valori di fosforo nel sangue sono correlati all’aumento del rischio di mortalità e di progressione della malattia. Per ridurre il fosforo alimentare è fondamentale scegliere gli alimenti che ne contengano una ridotta quantità come 1 vasetto di yogurt (P=108,8 mg); 1 bicchiere di latte di soia (P=94 mg); 1 cucchiaino di parmigiano (P=40 mg); 1 porzione media da 150 grammi a crudo: tonno (369 mg), salmone (375 mg), trota (330 mg), sogliola (292 mg), merluzzo (291 mg), orata (187,5 mg);
1 porzione di 80 grammi a crudo di: riso brillato (96 mg), riso integrale (248 mg), pasta (132 mg), pasta integrale (264 mg), pane comune (61 mg), pane integrale (144 mg); 100 gr di prosciutto cotto senza polifosfati (194 mg); 1 uovo di gallina (107 mg).
È inoltre fondamentale anche ridurre le porzioni dei piatti: 150 grammi pasta (P=345 mg), 200 grammi pasta (P= 472 mg), 100 grammi pasta (P=296 mg).
Al fine di ridurre ulteriormente il quantitativo di fosforo negli alimenti è possibile tenerli a bagno e per 8-9 ore in frigo prima della cottura, preferendo poi la bollitura in abbondante acqua (riduzione di P del 50%) da cambiare a metà cottura.
È inoltre importante imparare a leggere le etichette per evitare il consumo di prodotti ricchi di additivi a base di fosforo presenti in bibite gassate, in particolare coca cola, piatti pronti, formaggi, prodotti da forno, dolciumi, carne in scatola, prosciutto cotto, prodotti impanati, patatine fritte, gomme masticanti.
- Potassio
Per ridurre il potassio alimentare si consiglia di:
- bollire gli alimenti in abbondante acqua (riduzione di potassio del 30%)
- togliere la buccia
- tagliare a pezzetti
- lasciare in ammollo e lavare in abbondante acqua
- cambiare l’acqua di cottura.
Sodio
Il sodio è presente in molti alimenti e in grandi quantità. Occorre fare molta attenzione al sale da cucina, evitare dadi da brodo, ridurre quantità e frequenza di consumo di salumi e affettati in genere, alimenti in salamoia (capperi, olive, carni e pesci in scatola) e formaggi.
– Claudia Monaco –