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“Abbandonate e stremate”. Parlano le operatrici della casa di riposo di Marsicovetere positive al Covid-19

Claudia Monaco 5 Ottobre 2020

“Siamo state abbandonate, anche per il cibo abbiamo provveduto noi, ed abbiamo lavorato quasi h24 per cinque giorni”.

Lo raccontano con una voce tremante e provata le quattro operatrici della casa di riposo di Marsicovetere risultate positive al Covid-19 nella struttura dove nei giorni scorsi hanno perso la vita cinque anziani ospiti, con il primo decesso avvenuto al “San Carlo” di Potenza.

In queste ore stanno circolando con insistenza voci che accusano le operatrici di essere fuggite dalla struttura. Ma ci tengono a precisare che non è così e raccontare tutta la vicenda.

“Purtroppo – hanno dichiarato le operatrici – c’è anche chi ci accusa e dice che noi abbiamo abbandonato la struttura, che siamo fuggite dalla quarantena. Ma non è così. Eravamo stremate tutte e quattro, non avevamo più le forze”.

Le quattro operatrici hanno raccontato che domenica 27 settembre, terminato il turno di lavoro, sono rientrate a casa. Tutte e quattro dovevano fare la quarantena.

“Una volta a casa – hanno dichiarato – siamo state richiamate per tornare nella struttura per trascorrere la quarantena lì, vista l’ordinanza del Comune. Secondo quest’ultima, doveva trascorrere la quarantena in quella struttura anche chi si prendeva cura degli anziani, questo abbiamo inteso. Tanto che abbiamo lavorato ed offerto assistenza per cinque giorni, praticamente senza fermarci mai, nonostante i sintomi”.

“Ma – hanno aggiunto – siamo state praticamente abbandonate, e anche per il cibo, abbiamo provveduto noi. Purtroppo, man mano che passavano le ore ed i giorni, le forze diminuivano anche a causa dei vari sintomi accusati”.

Due delle operatrici, stremate e con febbre alta, hanno raccontato: “Il 1° ottobre due di noi non ce la facevamo più, il responsabile della struttura ci ha fatto sapere che potevamo rientrare a casa e trascorrere la quarantena, dopo che si era accertato con chi di competenza”. Le altre due operatrici, invece, hanno retto fino al 3 ottobre, quando di mattina, “sempre a seguito di autorizzazione telefonica del responsabile”, si sono recate nelle loro abitazioni per la quarantena. Tutte e quattro le operatrici, residenti in Val d’Agri, accusano sintomi.

Per quanto riguarda la struttura sanitaria, nei giorni scorsi è stata sottoposta a sequestro ed aperto un fascicolo d’indagine dalla Procura della Repubblica di Potenza che indaga per epidemia colposa.

– Claudio Buono –

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