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All’Ospedale di Polla campagna di sensibilizzazione per la donazione del cordone ombelicale

redazione 31 Maggio 2016

E’ partita all’Ospedale di Polla la campagna di sensibilizzazione per la donazione del cordone ombelicale grazie all’idea e all’impegno del Comitato Curo, di Teresa Calvino e Maria Giovanna Paradiso, con la preziosa collaborazione del dott. Francesco de Laurentiis e del dott. Oricchio.

Ondanews ha incontrato ed intervistato il dott.Francesco de Laurentiis, ginecologo e primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia del Ospedale “Curto” di Polla.

  • Per quali motivi è importante donare il cordone ombelicale?

In verità si raccoglie il sangue cordonale, cioè il sangue contenuto nel lume dei vasi cordonali e placentari, in cui sono contenute cellule staminali emopoietiche, cioè cellule dotate della capacità di differenziarsi  e generare nelle cellule ematiche (globuli rossi , bianchi e piastrine ). Attualmente, ma ancora a livello sperimentale, si conserva anche un pezzo di codone per estrarre da esso le cellule contenute nella gelatina di Wharton che avrebbero il vantaggio di essere cellule staminali totipotenti, cioè dotate della capacità di differenziarsi in qualsiasi cellula del corpo umano (somatiche, nervose, epatiche ossee) e non soltanto in cellule ematiche per cui permetterebbe l’utilizzo in svariate patologie. Un altro limite di tale procedura è che la percentuale delle sacche prelevate ed inviate che vengono bancate è dell’ ordine del 20-30% perché  le altre presentano una bassa cellularità per cui non sono idonee ad un eventuale trapianto. Da quanto detto, si intuisce facilmente come sia di primaria importanza aumentare il numero di donatori per ottenere un discreto numero di sacche utilizzabili.

  • Come avviene la raccolta? Ci sono rischi per la mamma e il bambino?

La raccolta avviene in maniera sterile e minuziosa subito dopo l’espulsione del feto, vuoi che sia un parto spontaneo o un cesareo, prima, però, che si distacchi la placenta. Dopo aver clampato e reciso il cordone ombelicale che unisce il bambino alla placenta, viene disinfettato ed incannulata la vena ombelicale con un apposito ago di cui sono dotate le sacche di raccolta, molto simili a quelle che si usano per la raccolta del sangue umano nei centri trasfusionali. Si cerca in tutti i modi di riempire il più possibile la sacca per aumentare la percentuale di cellule in essa contenute, incrementando così la percentuale di possibile successo. Dall’analisi della procedura, si capisce bene come sia completamente innocua, indolore e scevra da rischi per la madre e per il figlio, in quanto avviene dopo che il bimbo è stato affidato al pediatra ed una volta che il cordone è stato reciso; inoltre, l’attenta indagine anamnestica del questionario da compilare da parte dei genitori e dell’equipe sanitaria prima e dopo il prelievo e controlli successivi sulla qualità della sacca la rendono anche scevra dai rischi per l’eventuale ricevente.

  • Per quali patologie può essere utilizzato il sangue ombelicale?

Per tutte quelle malattie che presentano un’alterazione delle cellule del sangue, come leucemie, linfomi, anemie. Il limite è dato dalla difficoltà a trovare la compatibilità donatore-ricevente e dalla scarsità di cellule contenute nella sacca, sufficienti per trapiantare al massimo un bimbo di peso inferiore ai 30 Kg; questi dati devono far riflettere su come sia importante aumentare il numero di donazioni in maniera tale da poter incrementare le chances di trovare una sacca compatibile ed eventualmente più sacche per aumentare la possibilità di curare riceventi di peso maggiore.

  • Anche l’Ospedale di Polla si è attivato per la donazione: ci spiega in cosa consiste il progetto e a chi ci si può rivolgere per avere informazioni?

E’ con orgoglio che sottolineo che l’Unita Operativa di Ostetricia e Ginecologia del Presidio Ospedaliero di Polla, che mi onoro di dirigere dal 2006, è stata molto sensibile al problema e, già nel 2007 insieme al Presidio Ospedaliero di Sapri e Vallo della Lucania ed in collaborazione con l’Associazione Passarelli, ha stipulato un accordo con la Banca del Pousillipon di Napoli, organizzando la rete di raccolta e consegna delle sacche di sangue cordonale. Negli anni successivi, la rete si è ampliata ed estesa ad altri Presidi Ospedalieri della Campania. Le prime fasi sono state travagliate ed hanno richiesto un notevole impegno pratico ed organizzativo ed hanno visto la partecipazione dell’Associazione Passarelli come un elemento di supporto significativo per il corretto svolgimento della rete di raccolta. Oggi, però, grazie a questo sacrificio iniziale, il servizio viaggia da solo agevolmente ed ha coinvolto quasi tutti i Presidi Ospedalieri della Campania.

Per informazioni ci si può rivolgere all’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia di Polla al numero 0975-373258 – dott. Francesco de Laurentiis, dott. Giuseppe Camperlingo, caposala Maria Carmela Bruzzese.

– redazione – 


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