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1° Maggio. L’allarme di Ugl Salerno e Cisal:”Tanti operai entrano in fabbrica senza sapere se torneranno a casa”

Chiara Di Miele 30 Aprile 2025

In un territorio segnato da vertenze aperte, precarietà diffusa e continue emergenze occupazionali la riflessione sul significato del Primo Maggio non può prescindere da una denuncia forte: la sicurezza sul lavoro resta un tema colpevolmente sottovalutato.

A lanciare l’allarme è Carmine Rubino, segretario generale della Ugl Salerno. Il sindacato provinciale quest’anno, con una delegazione di 54 iscritti, sarà presente alla manifestazione nazionale dell’Ugl in programma a Frosinone. “Un bus diretto da Salerno partirà alla volta di Frosinone. Abbiamo ricevuto molte adesioni e questo ci fa piacere. Anzi, abbiamo dovuto dire anche qualche no” ha detto Rubino.

Per il segretario della Ugl provinciale servono interventi strutturali e un cambio culturale profondo: “Ogni anno, in occasione della Festa dei Lavoratori, ci ritroviamo a fare bilanci drammatici sulle morti bianche. Ma cosa cambia davvero? La verità è che troppe aziende, troppo spesso, mettono la sicurezza all’ultimo posto, e le istituzioni si limitano a interventi tampone. Non possiamo più accontentarci delle solite frasi di circostanza. La sicurezza non è un tema da rispolverare solo quando accade una tragedia. È una priorità quotidiana, che va costruita con investimenti, formazione e controlli continui”.

Rubino sottolinea come, in particolare nella provincia di Salerno, i lavoratori siano spesso abbandonati a sè stessi: “Nel nostro territorio tanti operai entrano in fabbrica senza sapere se torneranno a casa. È inaccettabile. Serve una svolta concreta, altrimenti il Primo Maggio perde ogni valore”.

Infine, un appello diretto alla politica: “Non servono cerimonie, servono decisioni. È tempo che il lavoro torni davvero al centro dell’agenda pubblica, a partire da chi rischia la vita ogni giorno per portare uno stipendio a casa”.

“Siamo stanchi di ascoltare promesse a ogni nuova tragedia sul lavoro – denuncia Gigi Vicinanza della Cisal Metalmeccanici –. Serve un cambio di passo concreto, non bastano più le dichiarazioni di circostanza o le passerelle istituzionali. Di sicurezza sul lavoro si parla tanto, ma si fa ancora troppo poco”.

Nel mirino del sindacalista finiscono gli interventi che definisce “a intermittenza”, troppo spesso scollegati da una visione organica: “Si continua con le operazioni spot, i blitz una tantum, le campagne estemporanee. Ma la realtà dei lavoratori metalmeccanici, soprattutto nel Mezzogiorno, resta fatta di turni estenuanti, scarsa formazione e dispositivi di protezione inadeguati o assenti”.

Vicinanza chiede una strategia di lungo periodo, a partire dai controlli e dalla formazione: “È impensabile che nel 2025 ci siano ancora aziende che risparmiano sulla sicurezza per fare margini. La vita dei lavoratori vale più dei profitti. Chiediamo un piano nazionale strutturato, con Ispettorati potenziati e più risorse per la prevenzione, non solo per le sanzioni”. Il sindacalista chiude con un monito alle istituzioni: “Il Primo Maggio non può essere solo una celebrazione. Deve essere un momento di verità. E la verità è che nel nostro Paese si continua a morire di lavoro. È ora di dire basta, davvero”.

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