In occasione della Giornata nazionale della Donazione di organi e tessuti, promossa dal Ministero della Salute insieme al Centro Nazionale Trapianti, è importante ribadire il valore etico del gesto ma soprattutto dimostrare quanto la cultura della donazione possa fare la differenza e aiutare a salvare molteplici vite umane.
Per contribuire a promuovere la consapevolezza e l’importanza di questo tema, abbiamo rivolto qualche domanda al dottore Matteo De Martino, Responsabile dell’Unità Operativa di Anestesia, Rianimazione, Terapia Antalgica, Cure Palliative, Accessi Vascolari di Cava de’ Tirreni e responsabile del Coordinamento Territoriale Trapianti dell’ospedale “Ruggi” di Salerno.
- Dottore perché è importante donare i propri organi e tessuti?
Donare organi e tessuti è un atto di grande generosità e solidarietà. Può salvare la vita di molte persone in attesa di un trapianto e migliorare la qualità della loro vita. Ogni donazione rappresenta una speranza per chi è affetto da patologie gravi e irreversibili, consentendo loro di continuare a vivere. È anche un atto che dimostra un grande senso di comunità e di altruismo. È fondamentale perché consente di restituire la speranza a chi soffre. Ogni anno, molte persone in attesa di un trapianto muoiono, e la disponibilità di organi da parte di donatori è un elemento cruciale per cambiare il corso delle loro vite.
- Ci parla della sua esperienza al “Ruggi”? Sono incoraggianti i dati di Salerno e provincia?
L’esperienza al “Ruggi” è sempre stata positiva. La Direzione Strategica e il Direttore Generale D’Amato hanno profuso un impegno costante nel favorire sia la sensibilizzazione alla donazione degli organi che al potenziamento dei trapianti. I dati relativi alla donazione in provincia di Salerno sono incoraggianti, con un numero crescente di donatori ma c’è sempre bisogno di sensibilizzare ulteriormente la popolazione. Le strutture sanitarie e i professionisti continuano a lavorare con grande fervore per garantire che più persone possano beneficiare dei trapianti. L’ospedale “Ruggi” di Salerno ha una lunga tradizione nell’ambito dei trapianti e della donazione di organi. Il personale medico e sanitario si impegna quotidianamente per assicurare che la donazione e i trapianti vengano effettuati con il massimo rispetto per la salute e la dignità dei pazienti. I dati di Salerno e provincia sono incoraggianti: ci sono sempre più persone disposte a donare, ma c’è ancora tanto da fare per aumentare la consapevolezza sull’importanza di questa pratica, riducendo altresì l’indice di opposizione. Basti pensare che nei giorni scorsi la Campania ha registrato 11 donazioni in 48 ore, piazzandosi al primo posto a livello nazionale. Tra questi 11, tre provengono dal “Ruggi” e uno da Vallo della Lucania.
- Quali organi è possibile donare e quante persone può salvare un donatore?
È possibile donare organi come cuore, reni, fegato, polmoni, pancreas e intestino. Oltre agli organi è possibile donare anche tessuti come midollo osseo, cornee, pelle, ossa e valvole cardiache. Un singolo donatore può salvare fino a 8 persone, a seconda degli organi che vengono donati. Ogni organo donato ha un impatto significativo sulla vita di chi riceve il trapianto.
- Ci può spiegare quando si procede al prelievo di organi e come si procede?
Il prelievo degli organi avviene solo quando una persona è dichiarata legalmente morta, di solito a causa di un danno cerebrale irreversibile (morte cerebrale). In quel momento se la persona ha espresso la volontà di donare gli organi si procede con il prelievo, che avviene in sala operatoria con tutte le precauzioni mediche necessarie. Il prelievo è eseguito da un’équipe di specialisti e gli organi vengono poi trasferiti nei centri di trapianto. Il prelievo di organi avviene solo dopo che il paziente è stato dichiarato cerebralmente morto da un’équipe medica qualificata, nel rispetto delle leggi in vigore. Il processo avviene nel massimo rispetto della dignità del donatore. Gli organi vengono poi trasportati rapidamente nei centri di trapianto per essere utilizzati nei pazienti in attesa.
- Come si può esprimere la propria volontà all’espianto e qual è la procedura?
La volontà di donare gli organi può essere espressa in diversi modi: in Italia, la volontà di donare può essere espressa al momento del rilascio della carta d’identità tramite un’apposita dichiarazione oppure attraverso il sito web del Ministero della Salute. Inoltre è possibile comunicarlo ai propri familiari affinché possano rispettare la decisione nel caso in cui non si possa più esprimere personalmente ma anche attraverso la tessera del donatore (che si può richiedere alla ASL), inserendo la propria scelta nel proprio testamento biologico o comunicandolo come già indicato ai familiari.
- Se non c’è una precisa volontà da parte della persona deceduta, è concesso ad un familiare dare comunque l’ok?
In assenza di una dichiarazione esplicita da parte della persona deceduta è la famiglia a dover decidere se acconsentire o meno alla donazione. È fondamentale che i familiari siano informati della volontà del defunto per prendere una decisione consapevole e in linea con ciò che la persona avrebbe voluto. Nel caso in cui non vi sia una volontà espressa dal defunto, i familiari hanno la possibilità di decidere sulla donazione degli organi. Questo però avviene sempre nel rispetto delle normative e delle linee guida mediche cercando di comprendere la volontà del defunto, anche se non formalmente registrata. Spesso quando i familiari sono ben informati sull’importanza della donazione possono compiere una scelta consapevole, purtroppo in un momento di grande dolore e difficoltà.
- Ricordiamo che esiste anche il donatore vivente: può spiegarci che significa e cosa è possibile donare?
Il donatore vivente può donare organi come il rene, parte del fegato, il midollo osseo. Questo avviene quando una persona, che non ha malattie che compromettono la sua salute, decide di donare un proprio organo a una persona che ne ha bisogno. Questa decisione è sempre presa con grande attenzione, dopo una valutazione medica approfondita per garantire che il donatore possa vivere una vita sana anche dopo la donazione. Questo tipo di donazione non solo salva vite, ma crea anche legami profondi tra le persone, rafforzando la solidarietà e la speranza.
- Ha qualche storia rimasta impressa nel suo percorso che sente di voler condividere per sensibilizzare sul questa tematica?
Ci sono molte storie toccanti che testimoniano la forza della donazione. Una delle più significative è quella di una donna che ha ricevuto un cuore da un donatore e ha potuto così continuare a vivere una vita attiva e sana, nonostante la sua condizione di salute fosse critica prima del trapianto. Questi esempi dimostrano quanto la donazione possa cambiare la vita di una persona, donandole un futuro.
- Qual è il livello di informazione e sensibilizzazione sociale?
La sensibilizzazione sulla donazione degli organi è aumentata nel corso degli anni, ma c’è ancora molta strada da fare. Nonostante i miglioramenti in alcune aree c’è ancora poca consapevolezza e molte persone non sono abbastanza informate su come avviene il processo di donazione. Le campagne informative sono fondamentali, ma è altrettanto importante che la discussione sulla donazione degli organi diventi parte della cultura comune. Nonostante i notevoli progressi nel campo della donazione e trapianto di organi, la consapevolezza sulla tematica rimane ancora insufficiente. Purtroppo molti non sono completamente informati su come avviene la donazione, cosa comporta e quanto essa possa davvero fare la differenza. Una delle ragioni di questa scarsa sensibilizzazione potrebbe risiedere in pregiudizi, paure infondate o difficoltà ad affrontare tematiche così delicate come la morte e la speranza di vita che nasce dalla donazione. Inoltre, il fattore etico gioca un ruolo importante, con alcune persone che possono essere influenzate da convinzioni culturali o religiose. Seppur ne se ne parli sempre di più, c’è ancora bisogno di campagne informative più incisive. Molte persone sono timorose o non comprendono appieno come funziona la donazione. I fattori culturali possono influenzare la percezione della donazione. L’aspetto etico è rilevante, ma è possibile affrontarlo in modo informato e consapevole, dimostrando che la donazione è un atto di altruismo che salva vite.
- Per chi fosse interessato ad approfondire la tematica sull’importanza della donazione a chi può rivolgersi?
Chi desidera approfondire può rivolgersi al proprio medico di base, alle Asl e Aziende Ospedaliere attraverso gli Ex Sportelli Amico Trapianti o Comitato Territoriale Trapianti. Esistono anche associazioni di volontariato che promuovono la cultura della donazione come “AIDO” (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule), Fintred (Federazione Italiana Nefropatici), AITF (associazione Italiana Trapiantati Fegato).
- Dottore, senza donazione non può esserci trapianto. Qual è il suo invito?
Il mio invito è di riflettere sull’importanza di questa scelta. Donare gli organi è un gesto che non solo salva vite, ma permette a chi riceve un trapianto di riacquistare speranza e dignità. La donazione non costa nulla, ma dà molto e ogni singolo donatore fa la differenza. Parliamone, informiamoci e prendiamo una decisione consapevole. Il mio invito a tutti è di riflettere sulla potenza di questo gesto di altruismo. La donazione è una risorsa fondamentale per salvare vite umane e ogni piccola azione in più nella sensibilizzazione della comunità può fare una grande differenza. Parlarne, informarsi, condividere le proprie esperienze e soprattutto esprimere la propria volontà è il primo passo verso un futuro in cui più vite possano essere salvate grazie alla generosità di un singolo gesto.