La Fials Salerno torna a richiamare l’attenzione sulla necessità di una riorganizzazione dei servizi dell‘Unità di Pediatria e sulla corretta gestione dei Pronto soccorso pediatrici presso i presidi ospedalieri della provincia, denunciando ancora una volta le gravi carenze organizzative che mettono a rischio sia i pazienti che il personale sanitario. Nonostante le numerose segnalazioni e richieste formali, la Direzione Sanitaria non ha ancora adottato le misure necessarie.
“Abbiamo già sottolineato in sede di discussione con il Prefetto, quando si è parlato di aggressioni al personale sanitario, l’importanza di effettuare tutte le prestazioni di Pronto soccorso all’interno stesso dell’area di emergenza-urgenza delle strutture ospedaliere – afferma il sindacalista Lopopolo – Questo è particolarmente vero per il Pronto Soccorso pediatrico, dove la mancanza di una gestione centralizzata espone i piccoli pazienti e gli operatori a gravi rischi. Spesso, infatti, le aggressioni avvengono non solo nei Pronto Soccorso, ma anche nei reparti, proprio perché la gestione dei pazienti pediatrici è disorganizzata”.
Un altro aspetto critico riguarda il trattamento economico del personale pediatrico. “Gli operatori della pediatria, nonostante lavorino in situazioni di emergenza-urgenza simili a quelle del Pronto Soccorso, non percepiscono alcuna indennità specifica per il lavoro svolto. Questo è un ulteriore elemento di ingiustizia che va assolutamente corretto. Oltre a ciò serve una implementazione numerica del personale impiegato, adeguato alle esigenze dell’utenza”, ha sottolineato Lopopolo.
La Fials Salerno chiede un intervento immediato per uniformare la gestione delle emergenze-urgenze pediatriche tra i vari presidi dell’Asl, eliminando la frammentazione attuale che costringe gli operatori e le direzioni delle varie strutture ad agire in autonomia. “Serve una linea direttiva chiara che possa garantire la sicurezza di tutti. Se non riceveremo risposte entro 7 giorni, saremo costretti a mettere in atto azioni sindacali, fino allo stato di agitazione del personale”, ha concluso Lopopolo.