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Contrabbando di carburanti e frode fiscale milionaria. Nei guai un’azienda di Muro Lucano

Zenda Cimino 11 Aprile 2024

Oggi, su disposizione della Procura della Repubblica di Potenza, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza ha dato esecuzione, non soltanto nel Potentino, ad un’ordinanza di misure cautelari reali nei confronti di 39 indiziati di frode fiscale milionaria connessa al traffico e contrabbando di prodotti petroliferi. Il provvedimento è stato disposto dal G.I.P. del Tribunale di Potenza su richiesta della stessa Procura.

In particolare, come previsto dalla vigente normativa in materia doganale che prevede la confisca obbligatoria dei mezzi e delle strutture comunque utilizzati per la commissione del reato di contrabbando di carburanti, sono stati sequestrati 7 depositi di oli minerali (3 a Roma, 1 a Potenza, 1 a Latina, 1 ad Avellino e 1 a Napoli), 12 autotreni, nonché beni per un valore di oltre 5,5 milioni di euro, corrispondente alle imposte evase.

L’indagine preliminare, coordinata dalla locale Procura e svolta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Potenza, ha permesso di acquisire indizi di reato sulla operatività di una associazione a delinquere, organizzata e operante principalmente nel territorio del capoluogo lucano con proiezioni in altre regioni confinanti, dedita alla sistematica commissione di plurimi reati, tra cui frode fiscale (emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione delle scritture contabili, omessa o infedele presentazione delle dichiarazioni fiscali), truffa aggravata in danno dello Stato, riciclaggio e frode in materia di accise e IVA sugli oli minerali.

Il meccanismo fraudolento, per come contestato agli indagati, aveva base organizzativa in un’azienda di Muro Lucano operante nel settore del commercio dei prodotti petroliferi, che sfruttando la pluriennale esperienza maturata nello specifico comparto e vantando consolidati legami fiduciari con fornitori e con autotrasportatori compiacenti, acquistava ingenti quantitativi di gasolio agricolo, approvvigionandosi presso vari depositi commerciali ubicati fuori dal territorio regionale (Lazio), per poi immetterlo sul mercato per usi non agevolati (in primis l’automazione).

Ciò veniva compiuto servendosi di documentazione artefatta da cui risultava che il prodotto fosse destinato al deposito lucano, dove, in realtĂ , non giungeva mai, interponendo ditte e societĂ  fittizie, create ad hoc con la finalitĂ  di farne perdere le tracce in modo da non potersi individuare i reali utilizzatori finali, che, per effetto delle ridotte aliquote gravanti sull’accisa e sull’IVA, potevano usufruire di un prezzo significativamente inferiore a quello reperibile sul normale mercato dei carburanti per autotrazione.

La falsa documentazione di accompagnamento dei prodotti petroliferi rinvenuta nel corso di precedenti perquisizioni presso la sede della società lucana permetteva, inoltre, di porre in commercio ingenti quantitativi di gasolio per autotrazione, “regolarizzato” cartolarmente, ottenendo un significativo risparmio sui costi di approvvigionamento e, conseguentemente, vantare significativi margini di guadagno sulla successiva cessione, aumentati anche in ragione del mancato pagamento dell’accisa e all’evasione della correlata IVA.

Nello specifico, le indagini condotte, hanno consentito di monitorare una movimentazione di prodotti petroliferi (gasolio agricolo e gasolio per autotrazione) per oltre 9 milioni di litri immessi sul mercato, evadendo le imposte per 5.694.974 euro.

La complessa ed articolata attività investigativa eseguita è stata sviluppata attraverso una serie di attività tecniche, di analisi, acquisizione, controllo e osservazione, nel cui ambito sono state esaminate le posizioni soggettive e oggettive di quanti (persone fisiche e giuridiche) hanno intrattenuto rapporti, diretti o indiretti, con il deposito lucano.

Il procedimento penale versa attualmente nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, allorquando saranno definite le rispettive posizioni.

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