Era il settembre 2016 quando una giovane venne adescata su una chat di incontri da un uomo salernitano presentatosi come alto e bello che la lusingava molto. In questi giorni è arrivata la fine definitiva dell’incubo: la Corte d’Appello di Salerno ha confermato la condanna a 4 anni e 6 mesi dell’uomo che trattava la ragazza come un oggetto, ritraendola in foto e video che poi inviava ai suoi conoscenti. Inoltre, la invitava ad avere rapporti sessuali con terzi che lei costantemente rifiutava.
Con qualche lieve limite cognitivo, la ragazza inizialmente apprezzava le attenzioni che l’uomo le riservava tanto da accettare la sua offerta di raggiungerlo da Parma a Salerno. All’epoca dei fatti lui aveva 60 anni, lei 21. Dall’incontro è cominciata la sua odissea.
La storia d’amore che sognava si è trasformata in un vero e proprio incubo: per sei mesi, in un arco di tempo che va dalla fine del 2016 a maggio 2017, lui ha approfittato di lei, considerandola “roba sua”. L’ha avviata alla prostituzione, nonostante le avesse trasmesso una malattia venerea finché un giorno la sventurata è riuscita a sfuggire alle grinfie del mostro e ha denunciato tutto.
Grazie all’avvocato Fabio De Ciuceis che l’ha assistita, la giovane ha fatto condannare l’uomo a 4 anni e 6 mesi per violenza carnale, violenza privata e lesioni personali volontarie, favoreggiamento e induzione alla prostituzione, 1000 euro di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici.
“La Corte d’Appello aveva disposto nei mesi scorsi una perizia per verificare la capacità a testimoniare della ragazza, messa in dubbio dalla parte difensiva dell’uomo. Il perito, dopo numerosi incontri, ha stabilito la completa idoneità della ragazza a rievocare e riferire quanto vissuto, diagnosticando un trauma da stress dovuto a questa vicenda” precisa l’avvocato De Ciuceis.