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Disagi nel sistema di emergenza-urgenza dell’Asl Salerno. La denuncia della Uil Fpl

Claudia Monaco 2 Novembre 2022

Il sistema di emergenza-urgenza territoriale è organizzato, da ciascuna Regione, secondo propri modelli: alcune Regioni affidano la gestione del servizio ad una Agenzia regionale, altre sono organizzate con livelli di coordinamento facenti capo alle Aziende Sanitarie territorialmente competenti. Altre ancora hanno adottato il modello gestionale di tipo dipartimentale.

Per questo la proposta Uil Fpl ritiene che il modello organizzativo per l’ASL Salerno debba partire dal territorio, come spiegato dal dottore Carmelo Accetta, coordinatore provinciale Uil Fpl: “L’ASL Salerno, per l’enorme estensione e la disomogeneità del suo territorio, è articolata in aree cittadine, marittime, collinari montuose. Deve necessariamente riferirsi al Distretto Sanitario, competente per territorio, per una adeguata programmazione e organizzazione del sistema sanitario territoriale e deve, appunto, partire dalla periferia. A nostro avviso il macrocentro (Distretti Sanitari) grazie alla conoscenza approfondita dei territori offre importanti riferimenti per un’appropriata organizzazione e programmazione confacente alle logiche assistenziali ed alle esigenze dei territori medesimi per far fronte alla domanda della popolazione e garantire interventi adeguati, nei tempi giusti, come previsto dai LEA”. 

Il governo del sistema territoriale da parte del Distretto Sanitario “abbatte ulteriormente gli sterili ed infruttuosi conflitti tra istituzioni e chiarisce le competenze ed il ruolo di ciascun attore. E’ sotto gli occhi di tutti come da qualche anno il Sistema di Emergenza – Urgenza 118 dell’ASL Salerno, ancora fermo ai primordi (dal 2011 non si realizza un bando di gara) gestito con un’organizzazione simil dipartimentale, versa in uno stato di decadimento, abbandono, evidentemente per noncuranza e pigrizia dei preposti. Lo stesso preposto che nel DS 72 anziché favorire il piano di emergenza presentato dal Direttore del DS per un miglioramento dell’assistenza, una più equa distribuzione dei mezzi di soccorso per abbattere le disparità assistenziali, sottoscritto da 17 sindaci su 19, ha faziosamente e indegnamente salvaguardato l’attuale localizzazione dei mezzi di soccorso con gravissimo danno all’assistenza in emergenza urgenza. Complice di questo disastro è il Dipartimento di Area Critica che ha legittimato le inutili ed improduttive proposte o azioni del preposto all’emergenza, magari non avendo neanche idea del territorio di cui trattasi”

“Il dipartimento deputato al controllo della gestione operativa delle attività, della corretta programmazione, razionalizzazione e gestione delle risorse professionali disponibili e della responsabilità clinico-organizzativa in pratica avalla attività di aree territoriali di cui non conosce la geomorfologia, i servizi socio- assistenziali erogati e di conseguenza i rischi assistenziali a cui è esposto quel territorio specifico – spiega Accetta – Questa gestione di tipo dipartimentale ha generato nell’ASL Salerno un trend del sistema confuso, senza idee, senza assunzione di responsabilità, che si muove per inerzia. Ha indotto una criticità assistenziale dapprima acuta, ormai cronicizzata, su tutto il territorio aziendale, insopportabile per operatori e utenti. La stravagante e irrazionale gestione del personale infermieristico da epoca immediatamente post Covid ha creato un danno assistenziale ed erariale smisurato: postazioni sovente non operative per mancanza dell’infermiere o rese non operative da spostamenti da una postazione all’altra anche di territori diversi, mentre in altri distretti, vedi il DS 72, il personale bivacca in doppio e triplo turno per rendere il debito orario mensile. Addirittura qualcuno non effettuava servizio sul mezzo di soccorso standosene comodamente in postazione in triplo turno, anzi effettuava persino il turno in straordinario per le vaccinazioni anti-covid (esistono documenti), uno schiaffo alla miseria.  Il preposto anche in questa occasione risultava latitante, nonostante mensilmente pervenissero dal Distretto Sanitario i turni di servizio degli infermieri da autorizzare. Non solo non firmava i turni ma, senza dare risposte, legalizzava questo assurdo andamento. L’inettitudine del preposto è avallata dal Direttore di Dipartimento che firma ogni proposta a prescindere. Questo andamento certifica il fallimento del sistema di emergenza-urgenza di tipo dipartimentale”.

“Questa organizzazione, sensibile alle esigenze dei cittadini, attenta alle problematiche del sistema e ricettiva delle difficoltà occupazionali (autisti retribuiti a 30 euro per un turno di 12 ore) vuole rappresentare alla nuova Direzione Strategica Aziendale le insostenibili criticità del sistema auspicando una maggiore disponibilità al confronto con chi opera sul campo da oltre 20 anni senza fermarsi alle pretestuose, faziose posizioni e valutazioni di ufficio di chi non conosce neanche la localizzazione sulla carta delle postazioni del sistema di emergenza territoriale – aggiunge – Controverse anche le indicazioni del Direttore Sanitario Aziendale, il quale ha sostenuto nell’unico incontro con le organizzazioni che intende interloquire esclusivamente con i Direttori di Dipartimento per eventuali criticità da rappresentare, evitando quindi gli attori principali, cioè i dirigenti medici. E’ il gioco del cane che si morde la coda. Come può rappresentare un Direttore di Dipartimento problematiche territoriali o ospedaliere di periferia che non vive? Come può rappresentare qualcosa che conosce per sentito dire o attraverso rappresentazioni interessate, opportunistiche e viziate all’origine?. Dunque, il Direttore Sanitario argomenterebbe la sua azione manageriale su situazioni riferite e rappresentate dai Direttori di Dipartimento, i quali anziché avere il buon senso e forse la buona educazione istituzionale di ascoltare e verificare attraverso i dirigenti medici coinvolti in eventuali reclami e che si logorano in trincea ogni giorno nei presidi ospedalieri o sul territorio per soddisfare la domanda di assistenza, si fermano al rapporto approssimativo dei preposti. Questa organizzazione potrebbe indurre in azioni organizzative e programmazioni adulterate, non corrispondenti alle realtà clinico-assistenziali. Questa è la fotografia che risulta dell’attuale stato del sistema territoriale di emergenza urgenza”.

La proposta della Uil Fpl è la seguente:

Distretto Sanitario di competenza che:

  • programma l’assistenza sanitaria nel territorio di competenza
  • governa e gestisce il personale medico ed infermieristico del servizio di emergenza-urgenza del proprio territorio
  • predispone la localizzazione dei mezzi di soccorso sul territorio e li delocalizza secondo le esigenze del territorio
  • elabora percorsi assistenziali per patologia e reti tempo-dipendenti
  • condivide i percorsi assistenziali migliorando l’integrazione tra territorio e ospedale
  • condivide la programmazione con il coordinatore della COT allo scopo di assicurare la migliore assistenza al territorio di competenza

Un coordinatore responsabile della COT 118 che:

  • coordina i mezzi di soccorso sul territorio aziendale
  • condivide con ciascun Distretto il programma e l’organizzazione del sistema di emergenza territoriale, con bandi di gara articolati per Distretto sanitario
  • assicura a tutti i mezzi di soccorso lo stesso allestimento per l’esercizio dell’emergenza–urgenza
  • detta agli operatori di COT i protocolli di ricezione e gestione del dispatch
  • predispone per il medico di COT l’atto medico delegato
  • predispone i protocolli di intervento dal luogo dell’evento all’ospedale più appropriato
  • gestisce il cruscotto dei posti letto aziendali e regionali per evitare inutile attese e perdite di tempo per collocare il paziente.

 

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