La vera vincitrice delle elezioni è indubbiamente Giorgia Meloni. La leader dei Fratelli d’Italia ha vinto lei e solamente lei con il suo 26%, trascinando la coalizione che in verità ne esce alquanto frantumata dal voto. I perdenti sono Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, fermi rispettivamente all’8,8% e all’8,2%, mentre alle Politiche del 2018 erano al 17,5% e al 14%.
Giorgia Meloni guida un partito di destra “nazional-conservatore, nazionalista, tradizionalista, nativista, post-fascista e sovranista. Il simbolo include la fiamma tricolore, storicamente utilizzata dal Movimento Sociale Italiano, partito di ispirazione neofascista, fondato da ex membri del disciolto Partito Nazionale Fascista (1921-1943), fondato da Benito Mussolini e dal Partito Fascista Repubblicano (1943–1945). Fino al 2017 vi compariva anche la sigla MSI”.
Tutto questo per dire che Fratelli d’Italia si ispira ad un partito che settanta anni fa non si riconobbe nel patto costituente la Repubblica. Lo dice la storia, sia chiaro. Però indicare FdI sostanzialmente come un partito conservatore o populista rischia di oscurare il fatto che è inserito in una tradizione genuinamente neofascista. Sta di fatto che nel primo discorso la Meloni ringrazia “chi non c’è più”.
Qualche maligno pensa che forse il suo pensiero va ai camerati morti? Poi continua: “Non tradiremo gli italiani” e il solito maligno pensa sia un rimando al tradimento dell’8 settembre? Ripete spesso il termine “patriota” invece che “cittadino”; parla di “Nazione” al posto di “Paese”; usa spesso “responsabilità” magari per superare il retaggio storico del suo partito?
Sta di fatto che “Patrioti, Nazione e Tradimento” mi risulta siano storiche parole dell’eredità fascista.
Tuttavia, la Meloni possiede voti e seggi, sia alla Camera che al Senato, più che sufficienti per presentarsi da Mattarella per avere l’investitura di formare il nuovo Governo. E però la strada che le si apre avanti appare alquanto lunga e piuttosto tortuosa. Innanzitutto dovrà conservare la reputazione che l’Italia di Mario Draghi ha conquistato negli ultimi tempi e per farlo non basteranno certamente gli slogan e nemmeno le buone intenzioni.
– Franco Iorio –