Monta la rabbia a Brienza per la decisione dell’Anas di prorogare l’interdizione della circolazione sulla SS 95 Tito-Brienza a pochi passi dall’abitato burgentino. E interviene duramente il sindaco Antonio Giancristiano, che ha preso carta e penna e ha scritto al Prefetto di Potenza, Michele Campanaro, per chiedere un intervento.
Infatti, lo scorso 14 dicembre Anas aveva comunicato che, a causa del maltempo, si era innescato un movimento franoso della scarpata situata in prossimità di una deviazione, che era stata realizzata in precedenza per permettere la costruzione del 6° lotto della nuova Variante di Brienza. Si tratta di una frana verificatasi in prossimità del cantiere avviato da tempo dall’Anas. Non sono bastati i giorni di chiusura in queste festività, tanto che Anas ha comunicato una proroga della chiusura fino al 21 gennaio. In questi giorni, infatti, è stato realizzato un nuovo canale di scolo delle acque e il problema della mancata riapertura riguarderebbe il fatto di dover attendere i tempi tecnici per la posa in opera dell’asfalto, in attesa che il cemento gettato da pochi giorni si consolidi, per evitare ulteriori problemi.
Intanto, però, a pagarne particolarmente le spese, con disagi enormi, sono i cittadini di contrada Santa Lucia, dove sorge il cantiere, costretti a fare 12 chilometri per raggiungere l’arteria e l’abitato e per spostarsi. “Come Amministrazione comunale – ha dichiarato il sindaco Giancristiano – abbiamo chiesto con forza un impegno al Prefetto di Potenza, affinché sia il 21 gennaio, davvero, l’ultima data per la riapertura del tratto di strada sia in direzione Val d’Agri che in direzione Potenza. Inoltre ho espresso al Prefetto i problemi che i residenti delle contrade Santa Lucia, Castellone, Bufata e Madonna degli Angeli affrontano ogni giorno nel dover allungare il percorso di oltre 12 km lungo le strade comunali le cui dimensioni geometriche non consentono un agevole e sicuro transito. Da parte nostra c’è uno spirito di fattiva collaborazione, ma il problema è da risolvere”.
Inoltre, Giancristiano ha chiesto anche un incontro tra le varie parti per definire il transito che devono percorrere i mezzi pesanti degli operatori economici, costretti oggi ad un percorso alternativo di 45 chilometri. La situazione, però, potrebbe trasformarsi a breve in un blocco dell’arteria. Sul piede di guerra gli operatori economici locali e i residenti delle contrade, esasperati dai disagi che da troppo tempo riguardano l’area.