C’è anche un uomo napoletano, titolare di una società con sede a Satriano di Lucania, tra gli arrestati dell’operazione “All Black”, l’inchiesta della Procura della Repubblica di Lecce che sta facendo luce su una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuto su tutto il territorio nazionale, oltre che del riciclaggio.
L’uomo, N.C., è di Marano di Napoli ed è il titolare di un’azienda che si occupa di intermediazioni e servizi. La sede è a Satriano di Lucania ma la stessa azienda non opererebbe e non avrebbe alcun legame sul territorio, così come non c’è alcun collegamento con il territorio lucano per quanto riguarda le indagini sul traffico di rifiuti e smaltimento. Risulta tra gli indagati dell’inchiesta.
Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Taranto e dal Noe dei Carabinieri di Lecce e Torino. Il titolare dell’azienda con sede a Satriano è accusato di aver propiziato il trattamento illecito di circa 200 tonnellate di rifiuti speciali, provenienti dal Casertano e conferiti a una ditta del Tarantino.
Si tratterebbe, secondo le risultanze del Noe, di rifiuti derivanti dal trattamento meccanico dei rifiuti contenenti sostanze pericolose, come anche miscele di catrame, isolanti, rifiuti di attività di costruzioni e rifiuti provenienti da cucine e mense. L’inchiesta, che ha portato all’emissione di 13 misure cautelari, di cui dieci riguardano gli arresti, ha toccato persone residenti nelle province di Taranto, Lecce, Brindisi, Palermo, Reggio Calabria, Palermo, Napoli, Caserta e Salerno. In quest’ultima, una ordinanza cautelare ha riguardato anche un uomo di 42 anni di San Pietro al Tanagro, che è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.
Le indagini si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche tra gli intermediari del settore dei rifiuti e alcune aziende che operano nel trattamento degli stessi, operative anche nel Bresciano e nel Torinese.
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