Alla vigilia del voto che ci chiamerà a scegliere amministratori delle comunità e della Regione, le ACLI salernitane vogliono ravvivare giusta attenzione anche sulla pronuncia del quesito referendario, per la conferma della legge costituzionale sulla diminuzione dei parlamentari.
“Al fine di non rendere banale, impreciso a tratti indecoroso il dibattito sul tema referendario, sul quale saremo chiamati ad esprimere una valutazione significativa per la qualità della democrazia del Paese – affermano –, riteniamo necessario ed opportuno, coerentemente con l’azione di pedagogia popolare che contraddistingue la nostra storia associativa, fornire elementi di riflessione ed approfondimento, utili ad un discernimento capace di tenere insieme ed integrare verità, libertà e responsabilità. Dietro questo sforzo, la necessaria urgenza di superare ragioni superficiali, populiste ed a tratti grossolane, che nel frettoloso tentativo di praticare la cultura anti-sistema, espongono la politica, la sua azione, la sua stessa forma di rappresentanza ad un vilipendio generalista e spersonalizzante, tritando ingenerosamente nel macinino anti-casta, innumerevoli storie di vita ed impegno politico nei territori e tra la comunità, a servizio del bene comune e costitutivi della civilizzante storia repubblicana“.
“Consapevoli – dichiara il Presidente provinciale Gianluca Mastrovito – che il pronunciamento sul quesito referendario ci interpella non solo sui numeri ma sul percorso di ricostruzione delle nostre istituzioni democratiche, le ACLI invitano quindi tutti a recarsi alle urne, esprimere la propria preferenza e vigilare affinché, in ogni caso, si possa aprire nel Paese un dibattito serio e articolato sulla Riforma della Costituzione, per affrontare in modo complessivo alcuni problemi strutturali esistenti. Il nostro appello è anzitutto ‘andate a votare’. La nostra Storia, che si inserisce nel solco del cattolicesimo democratico unita alla ‘fedeltà alla democrazia’ testimoniata da 75 anni di lotte per una sua qualità sempre più partecipata, ancora oggi, davanti a questo appuntamento referendario induce il nostro senso critico a richiedere un impegno serio di approfondimento dei contenuti per effettuare una scelta consapevole“.
“Una scelta di popolo meditata – continua Matrovito –, non superficiale e populista; approcci che oggi ravvisiamo nelle ragioni del SI. Il tema referendario apre una questione che ruota attorno al rapporto tra la politica, il potere e il popolo. Abbiamo un’idea di democrazia e rappresentanza i cui luoghi siano ricchi di popolo, di mestieri e di estrazioni popolari. Meno parlamentari significa meno popolo nelle istituzioni“.
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– Paola Federico –