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Curiosità storiche valdianesi. Il ricorso alla protezione della Madonna nel tempo del Coronavirus

Claudia Monaco 7 Giugno 2020

Tutte le volte che mi sono trovato ad assistere ad una ordinazione sacerdotale presieduta dal Cardinale Crescenzo Sepe ho notato che alla fine della cerimonia religiosa egli, rivolgendosi al novello prete, lo congedava con un affettuoso augurio pronunziato in dialetto napoletano ossia “‘A Madonna t’accumpagna”.

Ebbene, ho sempre pensato che tale espressione dialettale richiamasse una immagine popolare della Vergine, certamente non quella delle ieratiche Madonne bizantine oppure quella delle sfolgoranti e principesche Madonne dell’epoca barocca.

E allora mi pare che un esempio di immagine popolare della Vergine sia nientemeno che a poca distanza da casa mia, precisamente nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Teggiano. Si tratta della bellissima statua lignea della “Vergine Assunta”, opera della metà del Settecento, attribuita al famoso Giacomo Colombo e collocata sull’altare maggiore.

Come si nota nella foto, la Madonna è vestita come una donna del popolo, con il caratteristico scialle avvolto sulle spalle. Ma va evidenziato soprattutto che questa statua è una grande opera d’arte, che si avvale delle due modulazioni stilistiche dell’arte barocca: il realismo, ben visibile nel volto e nei gesti e il vorticoso movimento delle forme evidenziato dal panneggio svolazzante del vestito.

Ebbene, mi pare che questa statua della Vergine Assunta, per la sua immagine popolare ed universale, costituisce un efficace motivo di conforto e di speranza in questo drammatico momento storico che stiamo vivendo. D’altra parte, la storia si ripete: durante la famosa peste del 1656, nei giorni in cui il morbo causava numerose vittime, la popolazione di Diano invocò “la protezione della Concezione Santissima”.

Tornando all’abituale augurio del Cardinale Sepe, cioè alle affettuose parole “’A Madonna t’accumpagna”, va osservato che esse sono molto appropriate oggi, nel tragico imperversare del Coronavirus.

– Arturo Didier –


FONTE: A. DIDIER, “Storia di Teggiano”, Laveglia Carlone Editore, Salerno 2010, pp. 59-60.

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