Il programma di Rai 1 “Linea Verde” condotto da Ingrid Muccitelli e Beppe Convertini ha scelto ancora una volta la Basilicata per raccontare posti incantevoli ed eventi unici.
Nell’ultima puntata, con l’inviato Peppone Calabrese ha fatto visita a Potenza per raccontare la storica “Parata dei Turchi”.
Si tratta di un evento storico che ogni anno richiama in città migliaia di persone e che quest’anno non si è tenuto a causa dell’emergenza sanitaria. E’ stato tuttavia riproposto solo in alcune scene.
Così da Potenza, Peppone Calabrese ha raccontato l’iniziativa intervistando cittadini e Portatori del Santo.
La storica “Parata dei Turchi” è uno degli eventi più attesi e seguiti in Basilicata. Anticamente denominata anche “processione”, si sviluppa in città in tre ambientazioni diverse, riferita a tre periodi storici.
L’apertura è quella di un quadro folkloristico del 1800 che ripropone lo spaccato di vita potentina. La seconda ambientazione ripropone un evento del 24 giugno 1578, vale a dire l’ingresso in città del giovane Conte de Guevara. La terza ed ultima ambientazione ripropone dove visse e operò la sua missione pastorale Gerardo Della Porta, allora Vescovo di Potenza. Si tiene ogni anno il 29 maggio.
Viene ricordato anche il XIX secolo con la tanto attesa accensione della “iaccara”, un fascio di canne e legna che pesa circa una tonnellata, davanti al Municipio. La “iaccara” è trasportata durante tutto il percorso da una ventina di persone. E’ stato qualcosa di emozionante e particolare per Peppone Calabrese, volto noto della tv, inviato del programma, originario di Potenza.
Diverse volte ha partecipato alla storica Parata dei Turchi ma mai come filtro per il racconto: “E’ un turbinio di emozioni uniche – ha dichiarato Peppone Calabrese – come quella di incrociare lo sguardo dei miei amici orgogliosi di raccontare quello che rappresentano. E poi, credetemi, passare sotto i balconi della gente che applaude al passaggio dei figuranti ha una energia emotivamente coinvolgente”.
In tanti dai balconi hanno applaudito le poche ed emozionanti scene.
– Claudio Buono –