Giuseppe Colucci, consigliere comunale di Sala Consilina e dottore commercialista, ha inviato una lettera al programma di LA7 “L’Aria che tira”, in relazione alle dichiarazioni dell’imprenditore Gian Luca Brambilla, definite “errate, inappropriate ed offensive nei confronti della categoria dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili“. La stessa lettera è stata inviata al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, affinchè adotti con tempestività le necessarie azioni “nei confronti di qualsiasi denigratore ignorante a difesa di una categoria di professionisti seri“.
Brambilla, durante la puntata del 10 febbraio, in merito alla categoria di professionisti ha affermato:”Ne ho presi 10 e li ho messi ognuno in una stanza, tutti dicono cose diverse. Molti costi non si possono detrarre? Sono ca**ate!“.
“Esercito l’attività di Dottore Commercialista da circa trentacinque anni, – scrive Colucci alla redazione del programma condotto da Myrta Merlino – oltre ad aver rivestito ruoli direzionali nel pubblico e nel privato, e sono rimasto molto sconcertato (a dir poco) per l’intervento del dott. Gian Luca Brambilla nella trasmissione del 10 febbraio, in relazione ai commenti nei confronti dei Dottori Commercialisti ed al sistema di tassazione cosiddetto ‘flat-tax’, come dallo stesso interpretato. Mi spiace che l’autorevole Prof. Raffaello Lupi, che ascolto sempre con tanta attenzione, e l‘On. Luigi Marattin non abbiano avuto forse il tempo di poter replicare. Però non posso esimermi dal considerare l’intervento del dott. Brambilla errato ed inappropriato, oltre che irrispettoso dell’Ordine Professionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, che è un Ente Pubblico posto sotto l’alta vigilanza del Ministero della Giustizia, la cui funzione principale consiste nel garantire il cittadino circa la professionalità e la competenza dei professionisti che svolgono le proprie attività, per le quali è riconosciuta competenza specifica in economia aziendale e diritto d’impresa e, comunque, nelle materie economiche, finanziarie, tributarie, societarie ed amministrative“.
I commercialisti hanno l’obiettivo principale di accompagnare gli imprenditori nel loro progetto d’impresa, assistendoli nel miglior modo e nel rispetto delle norme civilistiche e fiscali, evitando che le condotte dei contribuenti, eventualmente assunte in modo non conforme alla legge, possano essere oggetto di accertamenti e sanzioni da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
Colucci ritiene errate, inappropriate ed offensive le seguenti dichiarazioni di Brambilla:
- Attività di parrucchiera è passata dalla partita Iva alla contabilità ordinaria.
- Problema tra il conto del consulente fiscale e le tasse che le faceva pagare il consulente fiscale, lei ha ritenuto opportuno passare alla partita Iva.
- Il problema è che i commercialisti, da quando sono stati responsabilizzati direttamente sulle dichiarazioni che ci fanno, si sono messi in sciopero ideologico intellettuale, cioè non si prestano più ad aiutarci a costruire la rappresentazione dei costi corretta dell’azienda da poter mettere nella contabilità, perché quando arriva il fisco si parano,…….., i commercialisti non rappresentiamo più i costi dell’azienda, non li dichiariamo più, se non mi porti la fattura, se non mi porti il giustificativo fatto come Dio comanda, io non ti rappresento più i costi, risultato che si ha dei redditi che in realtà non ha.
- Se poi aggiungi che non studia nessuno, non ci dice nessuno nulla.
- Io sostengo dei costi nella mia azienda che non posso detrarre, telefonia, automobile, buoni pasto, pranzi di lavoro, perché il mio commercialista mi dice, cavolo ma questo qui non va bene, l’automobile non la possiamo detrarre, l’Iva al 40%, CAZZATE; se uso l’automobile e dimostrato che la ho usata tutta a fini aziendali, io la posso scaricare tutta anche se non è autocarro.
- Ho scoperto tutte stupidate, ho preso dieci commercialisti, li ho chiusi in dieci stanze diverse e mi sono fatto dare delle risposte da ognuno.
- Ma allora sei un imbecille tu, mi hai detto delle cose non vere.
- Colleghi Imprenditori scrivete all’Aria che tira e dite quanta gente ha comprato l’automobile ed il commercialista l’ha fatto ammortizzare al 40% e non gli ha fatto recuperare tutta l’Iva, per non sapere né leggere né scrivere arrangiati.
“Le dichiarazioni – scrive – manifestano una totale non conoscenza degli argomenti trattati, nonostante eserciti attività d’impresa da circa cinquanta anni (l’IVA è stata introdotta nel 1972) ed abbia un curriculum di tutto rispetto:
- E’ scontato che, per esercitare l’attività di parrucchiera sotto forma d’impresa, è necessario richiedere l’attribuzione della partita Iva con l’adozione del regime fiscale più appropriato e conveniente per il contribuente.
- Problema tra il conto del consulente … (non si capisce cosa voglia dire).
- E’ offensivo dire che i Commercialisti si sono messi in sciopero intellettuale, perché (secondo Brambilla) sono stati responsabilizzati. A prescindere dalla norme i Commercialisti sono Professionisti Deontologicamente Responsabili nei confronti del Cliente e rispondono contrattualmente nei loro confronti nei casi di dolo o colpa e non nei confronti del fisco. I Commercialisti hanno l’obbligo di completa informazione del cliente ed elaborano le contabilità aziendali in base alla documentazione, alle fatture ed alle informazioni forniti dal Cliente.
- I Commercialisti, per essere iscritti all’Ordine Professionale sono obbligati a frequentare dei corsi formativi continui annuali e, purtroppo, sono costretti a studiare continuamente, data la sclerotica continua evoluzione delle norme fiscali.
- I costi deducibili e l’Iva detraibile (nel caso del 40% sulle autovetture) non sono invenzioni del Commercialista, ma devono rispettare le leggi dello Stato, che il Commercialista deve comunicare e spiegare al proprio Cliente.
- L’interrogatorio a dieci commercialisti in dieci stanze mi sembra più un fenomeno da baraccone, a cui non sono abituati i Commercialisti; ed è offensivo rappresentare tali situazioni, mostrando in tal modo soltanto un’inadeguata conoscenza di ciò che si dice.
- Se il dott. Brambilla dà dell’imbecille al proprio Commercialista, immagino che questi gli abbia già dato il “ben servito”, perché nessun professionista serio accetterebbe tali umiliazioni da chi IGNORA completamente ciò che dice e pretende di saperne più di altri, tra l’altro, in materie così complesse, che richiedono una particolare formazione ed esperienza professionale.
- Spero che gli Imprenditori scrivano alla trasmissione “L’Aria che tira”, ma sono certo che intelligentemente si rivolgeranno ai propri Commercialisti prima di scrivere in modo disinformato, come ha fatto il dott. Brambilla“.
Poi si rivolge a Myrta Merlino e afferma:”Ho notato il Suo scetticismo ed ironia quando ha dichiarato che ‘Quello che ha fatto Brambilla è quasi un reality’; infatti si notava la Sua incredulità alle affermazioni prive di senso, che non possono essere divulgate, senza un adeguato contraddittorio su un’importate rete televisiva nazionale, qual è la vostra. Immagino che il dott. Brambilla sia un ottimo e brillante imprenditore, ma non per questo gli può essere consentito di offendere l’immagine professionale dei Commercialisti e di denigrare il nostro lavoro, anche in considerazione della sua cinquantennale esperienza imprenditoriale. Mi farebbe piacere discutere direttamente in pubblico con il dott. Brambilla, per fornire delle informazioni a Lui poco note e dargli delle risposte precise e garbate, come sanno fare i professionisti che si fregiano di essere Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. In ogni caso sarebbe un atto gradito la lettura della presente in pubblico“.
– Chiara Di Miele –