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Giovane morto in un incidente ad Agropoli. Il sindaco Coppola va in discoteca a parlare di sicurezza

Chiara Di Miele 18 Agosto 2019

Il sindaco di Agropoli, Adamo Coppola, ieri sera in una nota discoteca ha parlato ai giovani di sicurezza.

Scorrono ancora negli occhi le immagini dell’alba di ferragosto quando Nico Ruggiero ha perso la vita lungo via Belvedere ad Agropoli. L’auto su cui viaggiava, guidata dal cugino, è andata a sbattere su un muretto, finendo la sua corsa dalla parte opposta della carreggiata. Nico, di soli 18 anni, è morto sul colpo.

Il primo cittadino di Agropoli ha pensato di fare qualcosa per evitare che casi del genere capitino ancora. E al di là di quelli che saranno gli accorgimenti che saranno messi in pratica sulle strade, ha pensato di voler parlare ai giovani. Quale luogo migliore per farlo se non la discoteca, locale di aggregazione di tantissimi ragazzi? Erano circa le tre quando, nella struttura stracolma, il sindaco si è recato sulla console centrale ed ha lanciato il suo messaggio.

“L’altra sera – ha dichiarato – è successa una cosa molto brutta, un incidente che ha spento la vita di un giovane. Tempo fa, quando avevo la vostra età anche io uscivo, andavo in discoteca e mi divertivo con gli amici. E ogni volta che uscivo mi risuonava in mente la frase di mio padre: ‘Stai attento’.  In un’occasione, nel mio gruppo, è successo qualcosa di spiacevole. E quell’esperienza negativa mi ha insegnato a vivere la discoteca e il divertimento in maniera diversa. Quindi voglio dire a voi: evitate di utilizzare alcool e droghe, ci si può divertire tantissimo anche senza bere e senza utilizzare sostanze, insomma senza esagerare. Se abbiamo trascorso una serata in cui ci siamo particolarmente arrabbiati con la fidanzata, non sfoghiamo quella rabbia sull’acceleratore perché possono succedere cose brutte, che possono cambiare la vita di ognuno di noi. Vi prego godiamo della musica e della compagnia, ma senza esagerare“.

A margine della serata Coppola ha affermato che “non è stato semplice affrontare la platea, perché alcuni giovani erano predisposti a parlare di sicurezza, mentre altri erano reticenti. Ed è per questi ultimi che dobbiamo proseguire su questo percorso, parlare con loro e dobbiamo farlo andandoli ad incontrare sul loro campo, ovvero in discoteca e negli altri luoghi di aggregazione“.

– Chiara Di Miele –

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