E’ allarme per l’incendio che ha interessato un’azienda di rifiuti speciali tra Eboli e Battipaglia e che ha mandato in fumo innumerevoli ecoballe.
Le fiamme sono state domate solo questa mattina dopo un duro lavoro da parte dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile. Sconosciute, al momento, le cause che hanno determinato il rogo.
L’accaduto ha provocato reazioni dal mondo delle istituzioni e delle associazioni che chiedono un intervento tempestivo per scongiurare possibili rischi di inquinamento dell’ambiente.
Sulla vicenda che in queste ore sta interessando la Piana del Sele è intervenuto anche Tommaso Pellegrino, Presidente del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
“Il terzo incendio in poco più di due anni che ha creato un nuovo disastro ambientale – commenta – un altro cumulo di rifiuti prende fuoco nella zona industriale tra Eboli e Battipaglia. Questa volta ad andare in fiamme sono le ecoballe che da circa 3 anni giacciono in quell’area nonostante un’ordinanza sindacale di sgombero. Ordinanza mai rispettata. A smaltire quei rifiuti, ci ha pensato il fuoco con conseguenze ambientali disastrose”.
Pellegrino fa inoltre riferimento alla recente ordinanza della Provincia di Salerno che sancisce l’arrivo di circa 2mila tonnellate di rifiuti a Polla per lo stoccaggio temporaneo del rifiuto Frazione Umida Trattata Aerobicamente (FUTA), in uscita dall’ex STIR di Battipaglia.
“Ancora una conferma che motiva incondizionatamente il nostro NO allo stoccaggio temporaneo di 2mila tonnellate a Polla – dichiara ancora Pellegrino – Nè per tre mesi, né per un solo giorno. Prendiamo consapevolezza che non esistono garanzie di un controllo del Sistema rifiuti. Non vogliamo correre ai ripari. Il territorio ha già dato troppo. Qualora volessero perseguire in questa assurda volontà troveranno una comunità compatta e determinata a respingere iniziative che non sono assolutamente in linea con le caratteristiche del nostro territorio. Tocca a noi evitare che si creino le condizioni affinché le organizzazioni mafiose trovino terreno fertile per realizzare i propri affari. Vogliamo prevenire e, visto che non ci sono le condizioni, chiedo con forza al presidente della Provincia la revoca immediata del provvedimento”.
– Claudia Monaco –
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