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Ddl Pillon. Il Centro Antiviolenza Aretusa di Atena Lucana sostiene la richiesta del ritiro del decreto

Chiara Di Miele 23 Luglio 2019

Il Centro Antiviolenza Aretusa, del Consorzio Sociale di Zona S10 e gestito dall’Associazione Differenza Donna Ong, sostiene la richiesta di ritiro del Ddl Pillon. Il decreto introduce la figura della mediazione familiare, nei ricorsi per separazione consensuale prevede l’obbligatorietà di un piano genitoriale concordato, l’affido paritario, prevede che il coniuge che resterà nella casa di proprietà dell’altro sarà tenuto a corrispondere un indennizzo pari al canone di locazione sulla base dei prezzi di mercato.

Oggi riprende in Commissione Giustizia al Senato la discussione sul decreto e sugli altri disegni di legge collegati, “nonostante – fanno sapere dal Centro Aretusa e da Differenza Donna – centinaia di migliaia di uomini e donne in Italia ne abbiano chiesto il ritiro. Tanti/e parlamentari e rappresentanti delle istituzioni in questi mesi si sono espressi/e pubblicamente contro un disegno di legge lesivo per la libertà di tutti e tutte e potenzialmente molto pericoloso per i bambini e le bambine. È arrivato il momento di verificare la fondatezza di tali dichiarazioni: chi è dalla nostra parte e chi no, chi è dalla parte delle donne e dei/lle bambini/e e chi no, chi è disposto in Parlamento a far sentire la propria voce e a rispondere alla propria coscienza“.

Le associazioni, i centri antiviolenza, il movimento femminista, le organizzazioni sindacali che in questi mesi si sono mobilitati per chiedere il ritiro del Ddl Pillon invitano i parlamentari di tutti gli schieramenti ad una conferenza stampa che si terrà oggi alle 16.30 nella Sala Caduti di Nassiriya di Palazzo Madama a Roma per dimostrare pubblicamente il proprio impegno a fianco delle donne e dei loro figli.

“Saremo in conferenza stampa contro il ddl Pillon per tutte le donne, le bambine e i bambini che sono sopravvissuti alla violenza e per tutte quelle che hanno il diritto di uscirne prima possibile – afferma Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna -. Il ddl Pillon con la mediazione obbligatoria per tutti espone le donne vittime di violenza ad un alto rischio di femminicidio obbligandole a mediare con il violento e delegando la separazione ad un mediatore che non risponde a nessun ordine professionale e che risponde ai soldi con cui dovrebbero essere pagati. Quindi una donna in uscita dalla violenza dovrebbe essere costretta a pagare un professionista privato per essere obbligata ad accordarsi con l’uomo che le agisce violenza. Davvero vogliono prendersi questa responsabilità? Al primo femminicidio ne rispondano loro“.

– Chiara Di Miele –

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