Il Governo, interessando il Dipartimento degli Affari Regionali e per le Autonomie, ha deciso di impugnare la legge numero 46 del 30 novembre 2018 approvata dalla Regione Basilicata, che riguarda le “disposizioni in materia di randagismo e tutela degli animali da compagnia di affezione”.
La decisione di impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale sta in alcuni articoli ritenuti incostituzionali, e in particolare, quando tra le 16 pagine si legge che la Regione “conferisce all’Asl (Servizio Veterinario) di procedere alla soppressione, con metodi eutanasici, di cani e gatti raccolti, in carenza della denuncia di smarrimento o sottrazione degli animali al Servizio veterinario ufficiale e alle Forze dell’Ordine, entro il termine di cinque giorni dallo smarrimento o sottrazione”.
Questo è solo uno dei motivi dell’impugnazione. Sono anche altri gli articoli contestati dal Governo. Viene contestato anche l’articolo 6, dove viene disposto che le Asl possono stipulare accordi di collaborazione con i privati e la associazioni di volontariato animaliste. Secondo il Governo la norma limita alle associazioni di volontariato tale funzione ed è discriminatoria nei confronti delle associazioni di promozione sociale. Impugnati anche gli articoli 7 e 8.
“La norma è stata impugnata perché in contrasto con i principi fondamentali della Costituzione. La legge – ha sottolineato Ilaria Innocenti, responsabile Lav Animali Familiari – è stata votata nel novembre 2018 nell’incredibile silenzio dei consiglieri. Ora attendiamo un celere pronunciamento della Corte Costituzionale che siamo certi ripristinerà la legalità”.
– Claudio Buono –