Si è svolto oggi, presso l’Aula Magna dell’Istituto di Istruzione Superiore “Pomponio Leto” di Teggiano, l’evento conclusivo della “Settimana della Memoria”, durante la quale gli studenti, con la coordinazione della professoressa Sandra Celentano, curatrice del progetto, hanno rappresentato la Shoah attraverso rappresentazioni teatrali, mostre fotografiche e visioni di documentari e di film riguardanti il genocidio della Seconda Guerra Mondiale.
Ospite dell’iniziativa odierna il giornalista Eduardo Scotti, che ha coinvolto attivamente i ragazzi nel ricordo e nella rappresentazione dell’orrore dell’Olocausto. Scotti ha infatti simulato il modo di pensare e di agire dei nazisti e dei fascisti dell’epoca, separando alcuni alunni dai propri compagni senza alcun motivo, ma solo perchè apparentemente il loro nome e il loro aspetto avrebbe potuto rimandare alle caratteristiche degli ebrei, barbaramente perseguitati nel periodo nazista insieme a comunisti, diversamente abili, omosessuali e tutti coloro che il regime dell’epoca definiva “inferiori“.
“Il periodo della Shoah è il più buio della storia dell’uomo, nel quale ci sono stati 70 milioni di morti nel mondo, di cui 50 milioni nella sola Europa, la maggior parte dei quali uccisi dopo essere stati torturati – ha ricordato Eduardo Scotti – La memoria perciò deve accompagnare il nostro percorso di vita e soprattutto quello dei giovani, altrimenti siamo destinati a rivivere il più tragico dei passati“.
Nell’arco dell’evento è stato proiettato il filmato “Notte e Nebbia” che ha mostrato il trattamento estremo che hanno subìto i deportati nei campi di concentramento. Un documentario che ha profondamente scosso la platea con le immagini cruente, e putroppo reali, della sorte che ha accomunato milioni di persone all’interno dei “campi dell’orrore”.
“E’ giusto che i ragazzi guardino queste immagini, anche se colpiscono molto la nostra sensibilità – ha concluso la professoressa Celentano – affinchè conoscano questo periodo e si adoperino per non ripetere gli stessi errori delle generazioni passate“.
– Maria De Paola –