
Roberto De Luca, responsabile del Codacons Vallo di Diano, ritorna a puntare l’attenzione sui dati raccolti nel 2014 da un elicottero con una sonda munita di camera fotogrammetrica, termocamera a infrarossi, magnetometro e di rilevatore di raggi gamma per il MIAPI, Monitoraggio ed Individuazione della Aree Potenzialmente Inquinate.
A distanza di quattro anni si è appreso che questi dati non sono stati ancora resi noti. Per venirne a conoscenza il Codacons il 23 settembre scorso ha fatto richiesta, come sede locale del Vallo di Diano, di avere queste informazioni al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il 23 ottobre, la Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero ha reso noto che non detiene i risultati dei rilievi effettuati. Così l’associazione ha inoltrato richiesta di accesso agli atti, il 28 ottobre, alle Istituzioni indicate quali detentrici dei dati.
Il 22 dicembre il Codacons ha ricevuto risposta dall’ARPAC che invia, tramite PEC, dei file che sono “documenti riservati” di cui “è vietata la diffusione o la copia dei contenuti, anche in modo parziale senza autorizzazione”.
“Abbiamo notato – sostiene De Luca – che la documentazione a noi spedita non è completa, perché, a differenza di quanto indicato nella nostra missiva del 23 ottobre 2018, in cui si formulava opportunamente la richiesta limitatamente ai quindici Comuni del comprensorio del Vallo di Diano, a noi pervenivano dati solo per sei Comuni, con totale mancato inoltro dei dati rilevati per gli altri nove Comuni del comprensorio. Non abbiamo potuto allora fare altro che inviare, in data 23-12-2018, all’ARPAC, al Ministero dell’Ambiente e al Comando Carabinieri Tutela Ambiente nuova richiesta di accesso agli atti, richiesta di ulteriori misure da effettuarsi a terra, richiesta di autorizzazione alla divulgazione alla stampa libera dei dati di pubblica utilità e di vitale importanza per la salute del cittadino. Abbiamo inoltrato tutta la nostra corrispondenza, tradotta in inglese, a Bruxelles. Restiamo in fiduciosa attesa. Concludiamo con un appello ai Sindaci del Vallo di Diano di effettuare, così come noi abbiamo fatto, una richiesta dei dati in possesso dell’ARPAC e di valutare se siano necessari ulteriori controlli, rispetto a quanto rilevato dal geo-radar nell’estate del 2014. Dopotutto sono trascorsi solo quattro anni“.
-Chiara Di Miele-