Il Padre Nostro, una delle preghiere più praticate dai cristiani cattolici, cambia dopo diversi anni di studi e revisioni.
L’Assemblea della Conferenza Episcopale Italiana ha approvato la traduzione italiana della terza edizione del Messale Romano, a conclusione di un lungo percorso. Nella nuova versione del Padre Nostro, al posto di “non ci indurre in tentazione”, è stato inserito “non abbandonarci alla tentazione”. La formula latina“et ne nos inducas in tentationem” viene ora resa in italiano con una nuova formula che offre un senso misericordioso di un Dio non certo propenso a indurre nel peccato i suoi figli.
Il Padre Nostro è la più conosciuta e diffusa delle preghiere cristiane, quella che, secondo il Vangelo di Luca fu insegnata da Gesù stesso ai suoi discepoli che gli chiedevano come dovessero pregare. E a sollevare dei dubbi era stato proprio Papa Francesco che aveva ammesso come “non indurre in tentazione” non fosse una buona traduzione.
Lo stesso cambiamento vale anche per l’inizio del Gloria che si arricchisce con la frase “pace in terra agli uomini, amati dal Signore”. L’intento dei vescovi è di rilanciare l’impegno della pastorale liturgica.
La nuova edizione italiana del Messale Romano dovrà ottenere prossimamente la conferma da parte della Congregazione per il culto divino. La sua pubblicazione è attesa per il prossimo anno e solo in quel momento durante la Messa sarà recitato il Padre nostro nella nuova formula votata dai Vescovi.
– Claudia Monaco –