Con provvedimento adottato dalla Regione Campania e pubblicato sul BURC il 12 novembre scorso, la Politica ha deciso la disattivazione dei Punti Nascita di Polla e di Sapri dal 1° gennaio 2019. Nello stesso provvedimento viene comunicata la notizia della proroga di un anno della chiusura del Punto Nascita presso l’ospedale di Vallo della Lucania. I conti, però, non tornano.
Nel 2016 presso l’ospedale di Polla sono nati 345 bambini, a Sapri 296, a Vallo della Lucania 263. Lo stesso andamento delle nascite è stato rispettato anche negli anni precedenti. La domanda, a questo punto, nasce spontanea. Come mai vengono disattivati i Punti Nascita presso gli ospedali di Polla e di Sapri dove sono nati più bambini rispetto a quanti ne siano nati presso l’ospedale di Vallo della Lucania dove, invece, viene mantenuto il centro nascite?
Eppure i dati, anche questi, parlano chiaro: fino ad oggi i reparti di Ostetricia, Ginecologia, Pediatria, Nido ed Unità neonatale dell’Ospedale di Polla, con i suoi ampi spazi e con le sue eccezionali professionalità, hanno rappresentato il fiore all’occhiello della Sanità nel sud della Provincia di Salerno.
Disattivare il Centro nascita di Polla significa chiudere anche Ginecologia, il Nido e Pediatria, eliminando un servizio essenziale per un comprensorio che tra il Golfo di Policastro ed il Vallo di Diano raggiunge circa 100mila abitanti.
Il provvedimento di chiusura dei Punti Nascita di Polla e di Sapri era stato già deciso due anni fa dal Ministero della Salute ma poi, per due anni, la Regione Campania era riuscita ad ottenerne il rinvio. Ora la proroga non è più arrivata ed è stato intonato il De profundis. Per il Punto Nascita dell’ospedale di Vallo della Lucania che produce numeri inferiori rispetto a Sapri e a Polla, la proroga invece è arrivata puntualmente. I conti davvero non tornano.
Al governo del Paese ci sono uomini nuovi, ora, rispetto, al passato. Ci sono quelli che hanno vinto le elezioni perché sono stati percepiti dagli elettori come quelli capaci di cambiare davvero le cose. Se un errore di calcolo, evidentemente, è stato fatto, a questo errore si potrebbe eventualmente rimediare? Se uno soltanto dei tre Punti Nascita doveva rimanere in vita a sud della provincia di Salerno, sarebbe stato più giusto tenere in vita quello che produce numeri più alti, oppure bisognava privilegiare quello che produceva numeri più bassi? I conti non tornano.
È possibile ancora rivedere, entro poco più di un mese e mezzo, queste decisioni che davvero sono difficili a comprendersi. E perché, poi, non rivedere il criterio di mantenere soltanto i Centri nascita con almeno 500 nati all’anno che nel Sud significa ancor di più penalizzare un territorio che è stato, ormai, lasciato completamente alla deriva? I conti non tornano e, purtroppo, al 1° gennaio del 2019 mancano soltanto 45 giorni. Se la Politica ha intenzione di interessarsi ancora del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro, deve fare in fretta!
– Rocco Colombo –