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Fiamme nel Cilento. L’associazione Fare Verde chiede ai Sindaci il catasto degli incendi boschivi

Chiara Di Miele 11 Luglio 2017

Il nucleo Cilento dell’associazione Fare Verde, in seguito all’emergenza incendi e alla forte siccità che sta contraddistinguendo nell’ultimo periodo anche il territorio del Basso Cilento, ha deciso di attivarsi per cercare di contribuire ad evitare danni devastanti tramite una serie di azioni. Tra queste una lettera aperta a tutti i sindaci del territorio in cui vengono invitati ad attivare o aggiornare, se già esistente, il catasto degli incendi boschivi al fine di dissuadere vandali o piromani dall’appiccare incendi.

“Nei prossimi giorni – scrivono da Fare Verde Cilento – i nostri attivisti volontari verranno nei comuni del basso Cilento, prioritariamente in quelli costieri, a verificare il rispetto della normativa vigente e pubblicheranno poi i nominativi dei comuni rispettosi e di quelli omissivi in un dossier che stiamo approntando in merito, sperando così che con la vostra e la nostra azione il fenomeno distruttivo possa ridimensionarsi“.

Nello specifico la legge quadro in materia di incendi boschivi definisce divieti, prescrizioni e sanzioni sulle zone boschive e sui pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco prevedendo la possibilità da parte dei comuni di apporre, a seconda dei casi, vincoli di diversa natura sulle zone interessate. La legge stabilisce vincoli temporali che regolano l’utilizzo dell’area interessata da incendio. Le zone boschive ed i pascoli percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni, è vietata per dieci anni la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per la realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. Infine sono vietate per cinque anni le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche.

La procedura amministrativa delineata dalla legge prevede che una volta individuate le particelle catastali interessate dagli incendi, venga prodotto un elenco delle stesse e affisso all’Albo Pretorio del Comune per 30 giorni, durante i quali è prevista la possibilità, per i cittadini interessati, di presentare ricorso contro l’apposizione del vincolo. Trascorso tale periodo senza che siano state sollevate obiezioni, il vincolo risulta attivo a tutti gli effetti. Per l’apposizione dei vincoli la legge stabilisce che i Comuni provvedano al censimento, tramite apposito catasto, dei soprassuoli già percorsi dal fuoco potendosi avvalere dei rilievi effettuati dall’Arma dei Carabinieri-Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare.

– Chiara Di Miele –

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