Si chiama “Iustitia Nova” e il suo simbolo è rappresentato dalla figura di un ragazzo che scruta l’orizzonte portandosi le mani alla fronte, l’associazione senza scopo di lucro fondata da Alessio Feniello, il papà di Stefano, il 28enne originario di Valva, deceduto sotto le macerie dell’Hotel Rigopiano di Farindola in Abruzzo, il 18 gennaio scorso.
“Non si può morire per la negligenza degli uomini dello Stato – ha spiegato Feniello che non si dà pace per l’atroce morte del figlio – Con questo movimento cercherò di far in modo che mai più nessuno paghi le conseguenze di una turbina che non arriva o di un ponte che crolla sopra una macchina. Voglio combattere il ‘sistema potere’ che per la sua incapacità, ha ucciso mio figlio e altre 28 persone. Io ormai ho perso tutto sotto le macerie dell’hotel e non voglio che accadano mai più cose simili”.
“La quota d’iscrizione all’associazione è di 5 euro, una cifra simbolica che ci permetterà di sostenere le spese per offrire il patrocinio gratuito alle altre ‘vittime’ dello Stato e del potere. Io non ho bisogno di soldi – spiega Alessio – mio figlio non me lo ridarà indietro più nessuno ed è per questo che voglio combattere per lui e per tutti gli altri morti”.
La Procura di Pescara che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio plurimo colposo e disastro, ha iscritto nel registro degli indagati sei persone, mentre il legale della famiglia Feniello, l’avvocato Camillo Graziano sta continuando a produrre memorie consegnate in Tribunale affinché s’indaghi su altre persone ritenute presunte responsabili.
– Mariateresa Conte –