Come si è detto più volte, i Comuni del Vallo di Diano, come del resto quelli del Mezzogiorno in genere, non furono nei secoli scorsi completamente succubi dei loro baroni, ma ebbero sempre una certa autonomia, assicurata ad essi dai loro statuti e capitoli che regolavano la vita comunitaria.
In questo corpus legislativo essi inserivano anche delle concessioni che di volta in volta ricevevano dal potere centrale (la monarchia) o dai baroni, e che erano dette “Grazie e Privilegi”.
Un prezioso manoscritto conservato nell’Archivio Diocesano di Teggiano, intitolato “Antichi privilegi della Città di Diano” (1335-1536), consente di conoscere nei particolari l’applicazione di questi privilegi nello svolgimento della vita sociale dei nostri paesi durante l’arco dei suddetti due secoli. Diamo un esempio.
Il Comune o Università di Diano (Teggiano) godeva del privilegio di ospitare spesso i suoi baroni, i Sanseverino conti di Marsico e principi di Salerno. Ebbene, dal suddetto manoscritto si apprende che il 10 maggio 1475 i dianesi invitano ad una breve residenza il principe Antonello Sanseverino e la madre contessa Giovanna, con queste parole: “Supplicano a le Signorie loro che si degnassero di venire a fare residentia a la terra de Diano, poiché la loro presentia seria molto proficua et utile a la detta Università et grande consolatione de tutti”.
La risposta è immediata e positiva: “Placet eisdem domine Comitissa et domino Principi”.
Va detto subito che questa notizia ha una grande importanza, poiché costituisce il fondamento storico della notissima festa medievale intitolata “Alla tavola della principessa Costanza”, attestando la consuetudine del principe Antonello di venire in visita ogni tanto a Diano, il cui feudo era tenuto dai Sanseverino da circa tre secoli.
Certo, la manifestazione teggianese è posdatata, appartenendo ad un periodo successivo, precisamente dopo il 1480, anno in cui il principe Antonello sposò Costanza di Montefeltro. Da tutto questo si deduce che la festa medievale che attrae nel mese di agosto migliaia di visitatori a Teggiano non è fondata su una favola, bensì su una verità storica.
Di qui la trasformazione della sagra teggianese in festa medievale, da me proposta e magistralmente realizzata dall’allora Presidente della Pro Loco, professor Elio Cantelmi, beninteso con la splendida collaborazione di tutta la popolazione di Teggiano.
Come si vede, la ricerca storica è alla base di ogni valida rievocazione che vuole richiamare i modi e le forme di un illustre passato.
– Arturo Didier –
FONTE: “Antichi privilegi della Città di Diano”, manoscritto, in Archivio Diocesano di Teggiano, sezione “Storia”