“Il 23 novembre 1980 è una data che ha segnato profondamente la vita della Basilicata. Oltre a danni immensi il terremoto ha portato dolore e sconforto nelle nostre comunità”. Questo l’incipit del discorso del Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi nel giorno del 42° anniversario del terremoto del 1980.
Il terremoto dell’Irpinia del 1980 fu un sisma che colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale, caratterizzato da una magnitudo di 6.9, il 10° grado della Scala Mercalli, provocando danni consistenti a molti paesi, ad abitazioni private e pubbliche, andando ad intaccare anche la salute della popolazione.
Con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania, il terremoto causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e, secondo le stime più attendibili, 2.914 morti.
“Quell’evento catastrofico ha messo a dura prova ogni lucano, ma la tenacia del nostro popolo, pronto a risollevarsi, è stata subito sostenuta dalla grande generosità di migliaia di uomini e donne, venuti in Basilicata da tante regioni italiane per sostenerci e confortarci. – ricorda Bardi – Il nostro è un grande Paese che di fronte alle tragedie sa subito mettere in campo il massimo sforzo possibile per alleviare il dolore di chi soffre. Molti paesi sono andati distrutti e molte famiglie hanno perso i propri cari. Nel rivolgere il pensiero a coloro che non ci sono più vorrei che ogni lucano, nel ricordare questa triste ricorrenza, ritrovi anche quegli elementi di speranza utili ad affrontare ogni circostanza triste”.
In occasione dell’anniversario si esprime anche il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala. “Il nostro è un territorio sismico e buona parte del patrimonio edilizio necessita di interventi finalizzati a migliorarne la sicurezza. – afferma – L’attuazione di ogni misura indispensabile a contrastare il rischio sismico è una inderogabile priorità. Il terremoto del 23 novembre 1980 colpì con violenza l’Irpinia e la Basilicata, è una data scolpita nella storia lucana che ci ha resi più forti e che farà per sempre parte del passato di ogni lucano”.